In una sala gremita all’inverosimile, la voglia di cambiamento di rotta, che la neonata Associazione di Promozione sociale denominata “JAMM MO’” vuole che si realizzi in un’area che raccoglie ben 5 valli (Valle Peligna, Alto Sangro, Sagittario , alta val Pescara e Subequana) è emersa con tutta la sua straordinaria condivisione di intenti tra i relatori intervenuti e tutti coloro non hanno voluto mancare a questo importantissimo appuntamento.
Tutti gli interventi, quasi all’unisono, hanno avuto come comune denominatore la necessità che si ha di restituire il “mal tolto” restituendolo, così come merita di essere fatto, a quella parte dell’Abruzzo che per troppo, tanto tempo ha dovuto assistere a continue e logoranti spoliazioni.
Il presidente dell’Associazione Giuseppe Massaro, chiamato a presentare l’incontro dal giornalista e moderatore Antonio Ranalli, nel leggere un brano di Pasquale Giacchesio, scritto nel 1949 sul periodico “il sagittario”, ha voluto mettere in evidenza quanto nulla è cambiato rispetto al passato nella mentalità del sulmonese. Nell’iniziare con l’evidenziare la differenza che ci passa tra le crisi che si vivono a livello nazionale e quelle che stiamo pagando a livello locale, Massaro ha sostenuto il fatto che mentre nel resto di Italia le crisi spesso e per fortuna hanno solo carattere transitorio a Sulmona la si vive facendogli assumere carattere permanente. In sostanza Massaro ha ripreso quanto scritto la bellezza di 70 anni fa da Giacchesio condividendo il fatto che il senso critico, che caratterizza il popolo italiano e più in generale i popoli latini, il sulmonese lo ha esasperato a tal punto da non essere soddisfatto nè di sè nè degli altri. Per i sulmonesi mai nessun uomo è all’altezza della situazione; mai nessun amministratore è dotato delle necessarie capacità e mai nessuna attività, benché esplecata da un nostro concittadino, è degna di lode ed approvazione.
Il tutto in sostanza è oggetto di continua derisione e mal considerazione. Per Massaro, quindi, sarà necessario partire proprio da qui. Bisognerà disintossicarci dai veleni dettate da invidie e ingiustificate gelosie che stanno uccidendo non solo le capacità di illustri nostri concittadini ma il destino di un territorio che meriterebbe ben altra sorte.
Il presidente ha evidenziato anche il fatto che bene farebbe chi è del mestiere ad evidenziare le doti di un popolo, qual è quello che ingloba le 5 valli dell’Abruzzo mediano e dall’Associazione rappresentate, attraverso il racconto delle qualità delle cose che in esse si fanno ( Giostra cavalleresca, manifestazioni pasquali, raduno alpini, etc.) e non evidenziandone soltanto i lati oscuri quando ad emergere è solo e soltanto la notizia di cronaca nera.
Far emergere i talenti e fare in modo che con queste persone si cambi la tendenza sarà la nostra prerogativa ha concluso il presidente .
Dello stesso tenore, ma aggraziato da un’innata capacità di trasformare il racconto della storia in dolce musica per le orecchie dei convenuti, è stato l’intervento del Professore Antonio Pantaleo. Lo storico cultore della città di Sulmona ha saputo molto bene coniugare i tempi passati con quelli moderni raccontando con maestria i giorni che hanno accompagnato i “moti” del febbraio 1957 e che sono culminato con lo jamm mo’ a cui parteciparono, contrariamente a quanto accade oggi, tutti con impegno e dedizione. Il declino di Sulmona, secondo il professore Pantaleo, iniziò nell’immediato dopoguerra. L’allora grande fabbrica, identificata nel dinamitificio Nobel a Pratola Peligna e che aveva impiegato più di 2000 persone, ha rappresentato l’ultimo di grandi investimenti fatti nella zona. Dopo di essa fecero seguito continue spoliazioni e che hanno portato in breve tempo a far perdere al territorio peligno ben 40.000 abitanti.
Il Dottor Roberto De Santis ha fatto risaltare che le opportunità per la Valle Peligna per il bisogno di assistenza sanitaria passano attraverso la creazione dell’UCCP/ casa della salute e dell’Ospedale di Comunità , strutture che riescono a rispondere in modo completo alle necessità legate all’aumento delle patologie croniche e all’invecchiamento.
Il Dottor Mauro Gabrielli nel suo intervento ha proposto ed esortato che si debba avere il coraggio che l’ospedale di Sulmona diventi un ospedale di territorio avente classificazione di primo livello con una forte vocazione specialistica sulla branca ortopedica. L’ ortopedia insieme alla fisiatra ospedaliera e la clinica San Raffaele fiore all’ occhiello per la riabilitazione spinale in codice 28 può diventare il punto di riferimento specialistico di tutta la regione Abruzzo determinando un innalzamento sia della quantità che della qualità delle prestazioni.. Solo e soltanto un incontro con i sindaci dei Comuni che vanno dall’Alto Sangro, all’alta val Pescara, passando ovviamente per la Valle Peligna, del Sagittario e Subequana, potranno decidere su questa proposta. A tal proposito non si può non tenere presente che le nostre valli insistono in un territorio montano rappresentato dal 50% di tutto il territorio regionale, hanno una popolazione dimezzata rispetto alla zona costiera ma, soprattutto, ricadono in una zona considerata di primo livello di sismicità e con poche vie d’accesso. Non si può altresì non considerare, secondo Gabrielli, la presenza di una Casa di Reclusione di importanza europea, all’interno della quale sono reclusi 500 tra i più pericolosi criminali del mondo ed in procinto di ospitarne ulteriori 200 nel momento in cui sarà inaugurato il costruendo nuovo padiglione.
L’imprenditore Walter Picchiarelli premettendo che sarà prerogativa dell’associazione premere sull’unità del territorio dal punto di vista sociale economico e politico ha ripreso i dieci punti del decalogo dell’Associazione e li ha tradotti in un piano di interventi che, attraverso la creazione di gruppi di lavoro, la rivisitazione e il rilancio di importanti tematiche che affliggono il territorio fra i quali il Tribunale, le scuole e servizi sanitari ( non ultimo il punto nascita), trasporti urbani ed extraurbani, diversabilità, sviluppo del commercio, delle imprese, del turismo e dell’agricoltura; il rilancio di Enti quali Comunità Montane, Parchi, Zone Economiche Speciali; decoro urbano, pulizie e verde; valutazione e gestione del ciclo delle performance delle Amministrazioni comunali; associazioni sportive ed infrastrutture, rilanciare le sorti delle 5 valli altrimenti destinati a morire.
A chiudere i lavori un applauditissimo intervento dell’Avvocato Lando Sciuba il quale raccogliendo spunto dagli ottimi interventi fatti ha chiosato facendo emergere la necessità che si ha di contribuire nel loro piccolo a rilanciare le sorti di questo territorio affinchè gli venga restituita quella dignità e quell’orgoglio che ha fatto parte della storia dei nostri popoli ma che, se vogliamo bene al territorio in cui viviamo e tenere pulita la propria coscienza, non potrà non riguardare il futuro.