MOSCIANO S.A. – Al Consiglio comunale del 24 Maggio abbiamo assistito alla solita imbarazzante votazione per avere perso l’ennesima causa. 4000 € a carico dei cittadini per la condanna del Comune di Mosciano a pagare le spese legali del primo e secondo grado di giudizio.
Dov’è la novità? Qualcuno potrebbe obiettare.
Ormai, da anni, siamo abituati a pagare gli errori dei nostri amministratori con i nostri soldi. In realtà 4000€ di spese legali sono niente rispetto alla figura barbina che il Comune ha fatto.
La vicenda nasce nel 2016 quando una donna marocchina, residente a Mosciano, con regolare  permesso di soggiorno, fa domanda al Comune perché le venga erogato l’assegno di maternità tramite l’INPS. Il Comune boccia la domanda, la donna ricorre in Tribunale e vince. Il Comune non si costituisce, ma viene condannato alle spese del primo grado.
Non soddisfatti, però, i nostri amministratori – si ripete, con i nostri soldi – decidono di appellare la sentenza, dinanzi la Corte di Appello de L’Aquila. Il Collegio giudicante, di nuovo, riconosce il diritto della signora marocchina ad avere quell’assegno e condanna il Comune al pagamento delle spese di giudizio di entrambi i gradi. La domanda è questa: ma perché ci siamo costituiti in appello, se in primo grado, da contumaci, eravamo già stati condannati?
Perché dobbiamo leggere nella sentenza d’appello che, secondo la tesi del Comune di Mosciano, si dovrebbe “ridurre la platea dei beneficiari limitandola solo ai titolari di carta di soggiorno”, in barba a quanto previsto dall’art.14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo e dalle pronunce già emanate, sul punto, dalla Corte di Strasburgo? È chiaro che dalla Maggioranza a sostegno del Sindaco di Riace alla Maggioranza al soldo di “prima gli italiani”, dopo le elezioni del 2019, è stato un attimo.
Adesso con apposita certificazione in una pubblica sentenza.
E pare ultroneo raccontare la replica dell’Assessore alla Legalità, Donatella Cordone, incalzata più volte sul punto, dalle Consigliere Baldini e Cianella.
L’Assessore continuava a sostenere che gli uffici hanno rispettato la Legge, nonostante  le due sentenze contrarie.
A questo punto, se la Legge è stata rispettata, possiamo andare anche in Cassazione, spendendo altri soldi i pubblici per farci ricordare, di nuovo, che il nostro Comune non ha applicato, nel caso di specie, i parametri di uguaglianza di trattamento tra cittadini e stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato (pag 7 della sentenza di appello).
Che imbarazzo, per non dire vergogna! – I Consiglieri di Obiettivo Mosciano