TERAMO – Il 27 aprile l’Assemblea dei soci del Parco Marino del Cerrano ha deliberato un atto di indirizzo per una modifica dello Statuto che garantisca espressamente la presenza di genere. Il caso era stato sollevato dalla consigliera provinciale delegata alle pari opportunità, Beta Costantini che ha anche convocato una riunione con la partecipazione degli enti soci coinvolti e della Commissione regionale Pari Opportunità, insieme alla Commissione pari opportunità della Provincia e alla Cpo del Comune di Pineto.
“Questo è un primo traguardo e ci auguriamo che l’iter per la modifica sia celere e congruente – dichiarano Beta Costantini, Tania Bonnici Castelli e Anna D’Amario – la proposta di modifica deve essere concordata dai soci, approvata dai rispettivi Consigli e poi adottata dall’Assemblea. Ci auguriamo che in futuro, forti di questa esperienza, non si debba ricorrere ai ricorsi rispetto ad un principio di legge che dovrebbe essere applicato da tutti gli Enti e prevista anche negli organi collegiali di aziende, consorzi , società indipendentemente dalla previsione degli statuti. Per un semplice principio di democrazia e per rendere aderente la politica, le istituzioni e le amministrazioni della cosa pubblica alle dinamiche della società civile”.
La Consigliera e le Cpo hanno anche segnalato il caso al Dipartimento delle Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per far notare un vulnus nella legge Golfo laddove prevede l’obbligatorietà della presenza di genere per le “società a controllo pubblico” mentre non vengono espressamente citati i Consorzi, formula societaria molto utilizzata dagli stessi enti. Il Dipartimento per le pari opportunità non è però intervenuto, perché sostiene che la procedura di decadenza in mancanza di rispetto della legge non è specificatamente prevista per i Consorzi, ma solo per le società pubbliche e che quindi, nel caso dei Consorzi bisogna far ricorso all’autorità giudiziaria. Una puntualizzazione necessaria per ribadire che la mancata presenza di genere è comunque contro la legge anche nei Consorzi pubblici, tuttavia a questi ultimi non si applica la procedura diretta ma bisogna ricorrere all’autorità giudiziaria.
“Una situazione fonte di equivoci e discriminazioni, di nuovo, che taglia fuori, suscitando inutili contenziosi, una significativa area della pubblica amministrazione mentre dovrebbe essere automatico anche per i Consorzi visto che la legge stabilisce un principio generale molto chiaro”, concludono la Consigliera e le CPO.