TERAMO – Diventa progetto l’esperienza di Biblioterapia maturata dalla Fondazione della Piccola Opera Charitas nella biblioteca “P. Serafino Colangeli”, nata a servizio della struttura per disabili fisici e mentali nel lontano 1983.
L’iniziativa è stata presentata oggi in conferenza stampa nel Palazzo Vescovile di Teramo alla presenza di Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo-Atri, del presidente della Fondazione Domenico Rega. Ad illustrare il progetto Alessandro Di Marco, Psicologo e psicoterapeuta e Cinzia Falini, Responsabile della Biblioteca “P. Serafino Colangeli” della Piccola Opera Charitas.
“Negli ultimi anni la Piccola Opera Charitas ha avviato un processo sul piano della ricerca scientifica ma anche su quello assistenziale con l’obiettivo di offrire tulle le possibilità per coloro che hanno difficoltà” ha detto Mons. Leuzzi, “il progetto di biblioterapia è una proposta culturale di alto livello perché mira a promuovere la dignità e la soggettività di ciascuno attraverso la lettura e contribuisce a rendere le persone con disabilità protagoniste dei propri percorsi di vita”.
Il progetto si rivolge in primis ai ragazzi ospiti della Fondazione ma si pone l’obbiettivo di aprirsi al territorio.
“La Piccola Opera Charitas ha sperimentato che la lettura ad alta voce, accompagnata e seguita da personale preparato, aveva avuto un ruolo, aveva aiutato a crescere, aveva consolato in momenti di tristezza, di depressione o durante l’elaborazione di un lutto in famiglia e si era rivelata una compagna, una co- terapeuta, ha detto Domenico Rega, “questo progetto di Biblioterapia è la maturazione del sogno che Padre Serafino immaginava di realizzare con questa importante intuizione”.
Il progetto prevede l’organizzazione di gruppi che lavoreranno su un testo scelto dagli esperti. Con la guida del personale di biblioteca e degli psicologi ogni partecipante potrà fare una ricerca interiore e magari addolcire un dolore o superare una qualche difficoltà.
“Dopo aver maturato una importante esperienza di lettura ad alta voce, che ha dimostrato l’efficacia della lettura in gruppo, abbiamo deciso di strutturare questa sperimentazione in un vero e proprio progetto funzionale”, ha detto Alessandro Di Marco, “ponendola in un contesto più rigorosamente scientifico attraverso la costituzione di un’equipe multidisciplinare dedicata e l’adozione di protocolli terapeutici”.
La Biblioterapia diventa quindi uno dei percorsi umanizzanti di cura, insieme ai laboratori di arte e teatro. La lettura tocca corde profonde e i libri possono diventare occasione di risveglio interiore, consapevolezza, dignità, un rimedio per i malanni della mente e del corpo.
Di questo era ben consapevole Padre Serafino Colangeli, che aveva voluto una biblioteca nella struttura. I libri, l’arte, la cultura intesi come espressione alta dell’essere umano, rappresentavano per il Frate Cappuccino un formidabile strumento di aiuto e sostegno anche e soprattutto di chi vive la condizione della disabilità.
“Quando è nata la nostra biblioteca i manicomi erano stati chiusi da poco ed era stata appena varata la legge Basaglia”, ha detto Cinzia Falini, “Con questo nuovo servizio, Padre Serafino Colangeli aveva precorso i tempi, nella speranza di gettare un ponte verso la normalità e di aprire un varco nella disabilità. Oggi la Biblioteca mette la sua esperienza a servizio di un nuovo progetto destinato ai ragazzi dell’Istituto che in seguito sarà proposto anche agli utenti esterni”.
In Italia sono sempre più numerose le esperienze che raccontano dell’utilizzo dei libri e della lettura ad alta voce nelle biblioteche, piuttosto che nelle scuole o in gruppi di auto mutuo aiuto. Qualche anno fa la struttura ha anche condiviso l’esperienza della lettura ad alta voce con l’Università della terza età.
Oggi la Piccola Opera Charitas è pronta per proporre percorsi di biblioterapia a tutti, allargando tale opportunità anche agli utenti esterni.