TERAMO – La provincia teramana è parte lesa, come lo sono i cittadini e anche il Ruzzo che è società pubblica “quindi nostra” come sottolineato da Diego Di Bonaventura: servono azioni concrete e autorevolezza per farle valere e scongiurare sia la chiusura del Traforo del Gran Sasso, annunciata per il 19 maggio da Strada dei Parchi, sia un rinvio sine die alla risoluzione dei problemi che mettono a rischio le falde acquifere che alimentano l’acquedotto teramano.
Su questo assunto il Consiglio Provinciale appena concluso, dopo essersi confrontato sull’ordine del giorno presentato dalla Casa dei Comuni e relazionato dal consigliere Graziano Ciapanna, ha raccolto l’invito del presidente Diego Di Bonaventura a convergere su un documento comune e si è aggiornato a giovedì 2 maggio alle ore 17.
La Casa dei Comuni chiede di ripartire dai risultati raggiunti con il tavolo tecnico insediato dall’ex presidente regionale Giovanni Lolli e realizzare “le opere già individuate nella delibera del 25 gennaio scorso” chiedendo, inoltre, al Governo ad uno “stanziamento immediato di ulteriori 80 milioni di euro”.