PESCARA – “Faccio il tifo per i pontieri e per le soluzioni, da sempre confido nel credo che chi non è parte della soluzione è parte del problema, ma i presunti potenti devono stare attenti all’uso delle parole. Mi riferisco a Sospiri il quale ha affermato che se il premio Flaiano non si farà a Pescara la Regione non finanzierà l’evento. Che significa questa affermazione? Cos’è: una minaccia? Una certezza? Cos’è: una idea di potenza di se stessi?
Un po’ di questioni sfuggono a Sospiri da un po’ di tempo:  lui non è proprietario della decisione pubblica, al massimo concorre, né è proprietario dei soldi pubblici degli abruzzesi. Con quale titolo un Presidente del Consiglio regionale, esattamente con quali poteri, può disporre a proprio piacimento dei fondi pubblici secondo le modalità che stabilisce lui?  
Se il Flaiano marita il finanziamento pubblico, se il Flaiano vale vuole dire che vale ovunque, ovviamente Pescara è la sede naturale, ma il punto è un altro, che scomoda altre riflessioni ed approfondimenti che vanno fatti per capire come si nutre, in Regione Abruzzo, la modalità di decisione della spesa e perché.
Se non è un minaccia , la sua cos’è? Si dirà una scelta legittima della Regione, ma la Regione non è Sospiri. La Regione parla con atti e provvedimenti. Questa storia dei potenti che possono dire e fare tutto prima o poi deve finire” –  Così in una nota l’ex deputato Camillo D’Alessandro, presidente regionale di Italia Viva –