TERAMO – Difficile narrare le emozioni che ha condensato Teramo-Bari, in una gara che i biancorossi hanno temuto seriamente di perdere, prima di vincerla, proprio quando non erano in tantissimi a crederlo.

Il ritorno alla vittoria dopo 9 giornate nelle quali erano stati raccolti sei punti, sa tanto di “fine di un incubo” che, se doveva prima o poi arrivare, lo si registra proprio nella gara più difficile e nella maniera più imprevedibile, perchè va detto che il Bari, al Bonolis, pur perdendo, ha dato dimostrazione di forza assoluta, magari mista ad un pizzico di superficialità e, forse, di presunzione.

Basta ricordare che l’undici di Auteri (resterà alla guida dei pugliesi?), nel primo tempo, seppur non strafacendo, era andato al riposo in vantaggio con il goal di Antenucci (24°), bravo a scavalare Lewandowski in uscita su un’imbeccata meravigliosa di Marras. Fino a quel momento il Teramo aveva applicato un pressing davvero asfissiante, nel quale Mungo si era eretto a paladino, prima che la tenuta fisica, nella ripresa, lo schiantasse. Il Bari, goal a parte, aveva avuto un’altra occasione con Antenucci al 15°, sullo 0-0, la cui conclusione si era persa non di molto alta. Il Teramo? Si era visto eccome, con Vitturini (buono l’esordio) al 5° di testa, con Bombagi su cross dello stesso difensore al al 17°, con Pinzauti, di testa, con Mungo al 35°, al volo, defilato, su una verticalizzazione di Arrigoni, ben parata da Frattali.

E’ ad inizio ripresa che la squadra di casa approccia male nei primi dieci minuti: rischia una ripartenza 3 contro 2 in avvio, con conclusione in piena area di Candellone, quasi a botta sicura, deviata, poi una girata al volo di Marras, alta, e quindi con il calcio di rigore, nato da un pasticciaccio difensivo globale, con Tentardini terminale finale falloso. Dal dischetto va Marras (9°) ma Lewandowski azzecca l’angolo e respinge, anche la ribattuta di Semenzato.

E’ un momento cruciale, perchè il Teramo, e non sarà un caso, riprende a macinare precise geometrie in mediana e al 17°, su cross di Vitturini, Mungo di testa alza la mira, solo, sul secondo palo. Ancora 5 minuti ed è miracoloso Frattali, buttandosi alla sua sinistra, a respingere un colpo di testa di Bombagi che sembrava destinato in fondo al sacco. E’ il preludio al primo rigore (sbagliato da Arrigoni e respinto da Frattali) che Gualtieri assegna per un braccio galeotto (non chiarissimo dagli spalti – ndr) di Semenzato. Sulla respinta dell’estremo difensore pugliese, si avventa Pinzauti, che viene sgambettato nettamente sempre da Semenzato (poi espulso) per la concessione del secondo penalty in un minuto. Stavolta lo calcia Bombagi, ma Frattali lo respinge nuovamente, sempre alla sua destra: stavolta, però, sui piedi dello stesso attaccante biancorosso, che firma il meritato 1-1. Il Bari si scioglie, innervosendosi, e la squadra di casa ne approfitta: da un’azione in linea sulla sinistra viene fuori un cross lungo di Tentardini, la cui traiettoria viene seguita bene da Bombagi, meno dal suo avversario. Mette a terra la palla, il sardo, rientra e poi calcia sul secondo palo per il vantaggio biancorosso e per il terzo dei quattro goals personali realizzati… sempre al Bari.

Alla fine mancavano dieci minuti, oltre ai sei di recupero, per registrare soltanto tantissimi, ininfluenti, cambi: “Una partita irripetibile con il primo rigore subito, discutibilissimo. Una vera giornata di m…” dirà Gaetano Auteri ai colleghi baresi (tantissimi, più numerosi di noi – ndr).