PESCARA – “Ma come si fa, complice anche certa stampa, a guardare il dito e non la luna – attacca D’Alessandro -. Stiamo parlando di manager nominati e confermati da Marsilio, alcuni molto attivi in campagne elettorali, mentre producevano il deficit milionario, nascosto dal duo Verì-Marsilio, ma sottoposti ad attuare le politiche regionale, tra piano sanitario e della rete ospedaliera, che erano delle enormi bugie, dei falsi di autore, che ci hanno portato a queste condizioni. Il tutto sotto la regia dello stesso assessore regionale alla sanità e dello stesso presidente di Regione“.
“Ho denunciato da tempo ciò che anticipava tutto questo ed ascriverlo era stata, pochi mesi fa, la Ragioneria generale dello Stato, ovviamente quei numeri non ebbero risalto, ma erano anticipatori di quello che stava accadendo e purtroppo accadrà e si estenderà ulteriormente tra tutte le ASL abruzzesi“. Continua Camillo D’Alessandro: “La Ragioneria dello Stato certificava che un abruzzese dispone di poco più di 2.000 euro di spesa sanitaria a fronte di una media nazionale di 2.191 euro, nonostante dal 2103 al 2023 la spesa sanitaria in Abruzzo sia passata da 2,316 milioni nel 2013 a 2,651 milioni nel 2022. Questi sono i dati della spesa, ma si potrebbe pensare che alla spesa non corrisponda una copertura finanziaria da parte statale. Non è così: al 2022 a fronte della spesa richiamata di 2,651 milioni di euro corrisponde un finanziamento effettivo di 2,666 milioni di euro, quindi anche leggermente maggiore. Quindi a fronte di un aumento di spesa effettivamente finanziata questa non si trasferisce per il fabbisogno sanitario degli abruzzesi, ma parte viene bruciata nelle inefficienza che poi danno vita a mobilità passiva e disavanzi. Ecco spiegato cosa sta accadendo nella nostra Regione“. “La conseguenza di questo sistema è il ricorso ad un aumento di spesa sanitaria sostenuta direttamente dai cittadini: cioè quanto pagano direttamente gli abruzzesi per la propria cura. Dalle dichiarazioni dei redditi degli italiani, dove è possibile scaricare in parte le spese sanitarie sostenute, emerge che i cittadini abruzzesi nel 2022 hanno dichiarato spese per 630 milioni di Euro, figuriamoci quante ulteriori non sono state portate in dichiarazione dei rediti, ma realmente sostenute. L’aumento è stato del 9,6% rispetto all’anno precedente. Ciò che sconvolge è che sulle Regioni a statuto ordinario l’Abruzzo è terza per aumento della spesa da parte dei cittadini, peggio di noi solo Molise e Sardegna, sempre messo nero su bianco dalla Ragioneria dello Stato“. “Capisco che fa “più figo” parlare di Legge mancia, che conviene escludere dal dibattito pubblico contributi provenienti anche da fuori il Palazzo, ma la ruota della vita reale gira e tocca la vita dei cittadini che non c’entrano nulla con le interviste ai vari Sospiri, responsabile insieme agli altri dell’attuale situazione, ma a cui non si fanno le domande vere. Ad esempio una: ma vi rendete conto che siete ultimi in Italia sulla sanità, non provate un p0′ di vergogna a bruciare così le poche risorse pubbliche rimaste?” – Camillo D’Alessandro, presidente regionale di Italia Viva –