TERAMO – “Ancora tensioni all’interno del carcere di Teramo, dove nei giorni scorsi si è nuovamente scatenato l’inferno in una sezione detentiva. Una sessantina di detenuti ha avviato una decisa protesta, condita da disordini interni e danneggiamenti vari, per una situazione che rasenta ormai i limiti della tollerabilità: finestre e vetri mancanti, assenza di erogazione di acqua calda e malfunzionamento degli impianti termoidraulici. Questi, alcuni dei disagi posti alla base delle violente reazioni che rischiano ogni giorno di scatenare pericolose rivolte interne. E se fino ad oggi encomiabili sono stati gli sforzi del Corpo di Polizia Penitenziaria per contenere il potenziale esplosivo accumulatosi all’interno del Carcere di Castrogno, per il futuro, è sempre più concreto il rischio che qualcuno possa davvero farsi male”. Il grido di allarme è del Segretario regionale del Sindacato Nazionale Autonomo si Polizia Penitenziaria (SiNAPPe), Rita M. Cericola.

“L’insediamento di un nuovo direttore nel carcere di Castrogno aveva indotto a sperare in azioni risolutive che però tardano ad arrivare. In tale scenario si inserisce un’aggravata sofferenza organica conseguente al piano di smaltimento del congedo ordinario arretrato: azione a cui questo Sindacato non può non plaudire, trattandosi di diritto insopprimibile del dipendente, per altro soggetto a caducazione in caso di mancata fruizione. Rispetto a ciò, tuttavia – continua la sindacalista – ci si sarebbe aspettato un ‘aiuto’ dall’esterno, teso a sostituire – magari con personale in missione – quello forzatamente assente. Al contrario, al fine di sopperire all’assenza del personale in congedo, altri devono effettuare turni ‘infiniti’ a cui non seguirà giusta retribuzione del lavoro straordinario per superamento dei limiti individuali. Condizione, questa, che ha del paradossale. Il risultato è che si compiono sforzi sovraumani per ricoprire i principali e nevralgici presidi di sicurezza del carcere”.

“A latere di tali problemi strettamente gestionali, vi sono le condizioni igienico/ambientali: il Castrogno sembra divenire una discarica a cielo aperto – incalza Cericola – vi sono cumuli di immondizia ovunque. Sul punto ci chiediamo cosa sia stato fatto per lo smaltimento e/o il recupero, nonostante gli interventi ASL effettuati a ridosso della scorsa estate siano stati severi e perentori. Nelle condizioni descritte, non è peregrina l’ipotesi per la quale allo scendere delle temperature salirà con tendenza inversamente proporzionale la ‘temperatura’ all’interno del carcere, nel senso che il clima diventerà sempre più incandescente”.

“Cosa possa accadere ai Poliziotti Penitenziari durante il loro servizio è ormai lasciato al caso ed il rischio per la loro incolumità è più che mai attuale e concreto. Intanto, il reparto di Polizia Penitenziaria protesta in modo desolatamente frustrante contro una Direzione sorda e dalla quale, ormai da giorni, ha preso le dovute distanze interrompendo ogni rapporto sindacale. Urge un intervento degli organi sovraordinati”, conclude la Segretaria regionale del SiNAPPe.