TERAMO – Il secondo appuntamento dei Concerti 2018/19 di ACS Abruzzo e Molise Circuito Spettacolo è venerdì 30 novembre alle ore 21.00 con Roberto Ottaviano in “Eternal Love” Trio, suonano Roberto Ottaviano sax soprano, Giovanni Maier contrabbasso, Zeno De Rossi batteria.
Roberto Ottaviano, attivo sulla scena Jazzistica Internazionale da quasi quarant’anni, ha suonato ed inciso con alcuni tra i più importanti musicisti americani ed europei a cavallo tra diverse generazioni: D. Gillespie, C. Baker, A. Farmer, M. Waldron, R. Workman, A. Mangelsdorff, G. Gaslini, e tantissimi altri, e oggi la sua musica torna in primo piano nel panorama nazionale. Ha vinto a gennaio scorso l’annuale «critics poll» di Musica Jazz, e recentemente c’è stato il trionfo nel «readers poll» di Jazzit, l’altra rivista dedicata al jazz in Italia e a imporsi è la qualità della sua musica, frutto di progetti lucidamente calibrati e di incontri felici con partner musicali importanti. Con “Eternal love” il sassofonista barese prosegue la sua produzione di alta qualità mettendo l’accento sulla musica come medicina dell’anima e come cemento delle identità collettive, e di incontri felici con partner musicali importanti, a cominciare dalla splendida ritmica di Giovanni Maier e di Zeno De Rossi. Il gusto della melodia ritmica, della ricerca nel rumore di un tessuto narrativo e del groove come impianto strutturale, diventano in questo progetto del trio i motivi portanti in cui trovano casa i maggiori spiriti ancestrali che hanno illuminato ed illuminano il percorso e la carriera artistica dei tre.
“Quando Françis Bebey, musicista, scrittore e giornalista camerunense, che ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere, agitava la sua Mbira lasciando risuonare al suo interno dei frammenti di ossa come dei sonagli, amava dire che quello è il suono dei morti che non sono morti, nel senso che non ci abbandonano ma anzi ci guidano nel peregrinaggio della nostra esistenza. Nella cosmogonia Africana questo è l’Eternal Love» dichiara Ottaviano «Come in una preghiera o una evocazione, il suono di questo gruppo come quello della Mbira di Francis, richiama ad una presenza tangibile tutta la bellezza fiera e battagliera della madre terra e delle sue migliori anime per celebrare in questi tempi difficili, la speranza e la voglia di riscatto del genere umano. È la prima volta che sento il bisogno di un “bagno mistico” in cui il Jazz si fa infine Musica Totale, ma sopratutto travalica l’idea fine a se stessa di fare musica, per scavare a fondo nel nostro ego e per capire se esiste un “noi” universale da cui ripartire».