NERETO – “Io l’ho definito un colpo di mano politico ed a mio avviso lo è a tutti gli effetti. Con grande serenità e pacatezza dico che ci sono potenziali illeggittimità sulla procedura di nomina del Consiglio di amministrazione della Poliservice.
Non usa di certo giri di parole Daniele Laurenzi, sindaco di Nereto, sulle dinamiche che hanno determinato la composizione del nuovo Cda della Poliservice, la società per azioni che si occupa del servizio di igiene ambientale in Val Vibrata.
Ma andiamo per ordine e cerchiamo di ricostruire tutta la vicenda: venerdì scorso, al termine di una riunione fiume terminata a tarda sera, l’assemblea dei soci aveva così composto il nuovo Cda: Gabriele Rapali, Enrico Angelini (Sant’Omero), Nazzareno Vagnoni (nome indicato dall’Unione dei Comuni), Emidia Baldini (Nereto), Alessandra Di Silvestre (Bellante).
A tale definizione della struttura della nuova governance si è arrivati dopo un percorso con numerose e decise frizioni registrate nel corso delle ultime settimane, anche tra i sindaci. Ed alla fine, al momento della votazione, rinviata nella precedente riunione, al voto si è andati con le due liste originarie, cioè con quelle presentate alla fine di luglio e non più sulle tre presentate nuovamente in vista della nuova convocazione dell’assemblea.
Questo esito ha lasciato, come era prevedibile, numerosi strascichi. A partire proprio dal Comune di Nereto che, come annuncia il sindaco, impugnerà gli atti al Tribunale delle imprese perchè è stata privato di un secondo componente nel nuovo Cda, che si insedierà nei prossimi giorni.
“Farò richiesta agli atti della Poliservice per avere tutta la documentazione”, afferma Laurenzi. “Le altre criticità sono aver aver votato delle liste a mio avviso ormai superate perchè c’è stata una riconvocazione dell’assemblea e quindi con una convocazione ex-novo sono stare ripresentate delle liste e su quelle liste i soci dovevano votare. Il Comune di Nereto difenderà i propri diritti attraverso un ricorso al Tribunale delle imprese e vedremo come andrà a finire”.
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