Mentre il PNRR e la Next Generation Eu fanno del rafforzamento delle politiche attive del lavoro un asse portante della strategia nazionale di ripresa e resilienza, la Regione Abruzzo è, assieme ad altre 6 regioni in Italia, l’unica ad aver assunto zero dipendenti per i Centri per l’impiego.
Varie testate nazionali si sono occupate di questo triste primato che non resta solo un dato statistico, ma la fotografia di una situazione preoccupante rispetto alla pessima situazione in cui versano i Centri per l’impiego e in generale le politiche attive della nostra Regione.
Come riporta il Sole24Ore: «Per le politiche attive e il potenziamento della rete nazionale di 550 centri per l’impiego il Pnrr mette a disposizione circa 5 miliardi. A decorrere da quest’anno, ci sono 464 milioni di euro annui per l’assunzione di 11.600 nuovi operatori, con l’obiettivo di passare dalle attuali 8mila unità a circa 20mila. A ciò si aggiunga un piano straordinario di investimento sulla formazione degli operatori, anche di quelli già in servizio, sui sistemi informativi, sull’ammodernamento delle infrastrutture, per oltre 1 miliardo di euro. Ebbene, a due anni dai primi stanziamenti, il quadro delle assunzioni è in fortissimo ritardo. Su 11.600 ingressi previsti nel triennio 2019-2021 ne sono andati in porto, secondo l’ultimo monitoraggio del governo (aggiornato al 30 giugno), poco meno di 1.300. In sette regioni le assunzioni sono a quota zero (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sardegna)».
Le politiche attive del lavoro, che sono di competenza regionale, dovrebbero occuparsi di prendere in carico i disoccupati e i cassintegrati, accompagnandoli in percorsi di riqualificazione e reinserimento nel tessuto produttivo locale, ma è sotto gli occhi di tutti che non funzionino, e la carenza di personale è la causa principale. In molti casi i Centri per l’impiego non riescono più a gestire neppure le banali disoccupazioni, NASPI, DID.
Rispetto a questa incapacità, ormai protrattasi da oltre due anni, anche nel corso dell’incontro di ieri a Vasto, abbiamo chiesto al Ministro Orlando di adottare correttivi per quello che accade in Abruzzo. Nel momento in cui la nostra Regione è colpita da varie crisi occupazionali non possiamo permetterci che i Centri per l’Impiego non siano messi in grado di funzionare.
La Regione Abruzzo da luglio 2018 gestisce circa 15 sedi dei Centri per l’impiego, ma nel frattempo molte unità del personale trasferito dalle Province sono andate in pensione e oggi ci sono Centri per l’impiego pubblici che vanno avanti solo con tre dipendenti, di fatto impossibilitati anche a espletare le normali funzioni di ordinaria amministrazione, come le dichiarazioni di immediata disponibilità (DID), l’attivazione di tirocini, l’implementazione del programma Garanzia Giovani, ecc.
A titolo di esempio: Ortona conta 3 addetti, Chieti 4, Vasto senza reggente ha solo 2 addetti e Pescara 15 per 250.000 utenti.
Fa forse eccezione la sola Provincia de L’Aquila che ha a disposizione un numero di addetti maggiore, per quanto in prevalenza amministrativi, grazie alla stabilizzazione dei precari storici portata avanti a suo tempo dall’ente.
La Regione Abruzzo, dal primo Governo Conte ha a disposizione 22 milioni di euro stanziati con legge DL 4/2019, convertito con Legge 26/2019 per il potenziamento dei Centri per l’Impiego e potrebbe assumere 250/260 dipendenti, ma ad oggi non ha bandito concorsi. Le uniche due selezioni indette sino ad ora sono state a tempo determinato, basate su fondi PON dell’UE per 37 cat. C e 17 cat. D, con criteri di preselezione basati sull’esperienza lavorativa. Sono già stati selezionati i 37 dipendenti che dovrebbero prendere servizio a giorni, ma il bando è di agosto 2020, a testimonianza del ritardo che porta la Regione anche rispetto a concorsi già banditi.
La selezione per 17 cat. D è stata bandita ad ottobre 2020 e le prove vere e proprie non sono ancora state neppure programmate. Da notare come queste due selezioni non riguardino assolutamente il piano straordinario di potenziamento dei CPI.
A rigore, con quel piano, dovrebbero essere assunte 70 persone (tra cat. C e D) a tempo indeterminato entro il 2021, attraverso un concorso vero e proprio per il quale, Regione Abruzzo, ha già stanziati i fondi dal Governo dal 2019, per arrivare poi ad assumere almeno 260 dipendenti.
Nel corso di questi mesi e non ultimo la scorsa settimana, l’Assessore Quaresimale ha annunciato varie volte questi bandi, ma la realtà è che ad oggi non si è visto nulla e dobbiamo registrare un profondo disagio per gli utenti dei Centri per l’impiego che, alla difficoltà della mancanza di lavoro, sommano anche la disperazione di non essere supportati. Va inoltre precisato che laddove i bandi sono partiti, prima dell’assunzione è trascorso molto tempo, per cui è davvero improbabile che questa situazione migliori per fine 2021.
In questa situazione, per molti Centri per l’impiego un ruolo di supporto è stato svolto dai navigator. Attualmente sono circa 48 in Abruzzo (inizialmente erano 54), dipendenti di Anpal servizi S.p.A., assunti dopo una selezione pubblica. Si sarebbero dovuti occupare di incrocio domanda-offerta di lavoro e supporto tecnico ai Centri per l’impiego e invece si sono spesso occupati anche di pratiche amministrative relative agli adempimenti in carico al Centro per l’impiego (DID, Patto per il lavoro, ecc.), come se fossero dipendenti essi stessi dei Centri per l’impiego. La loro proroga scadrà il 31 dicembre 2021 e quindi la situazione dei Centri per l’impiego, già pessima, rischia di diventare davvero incandescente, soprattutto perché non si avrà più il personale che si occupa dei percettori del reddito di cittadinanza. È di tutta evidenza che per gennaio 2022 non si avranno nuovi assunti e alle funzioni di politica attiva del lavoro (già ora scarsamente svolte per carenza di personale) si dovrà sommare anche il lavoro per i circa 20.000 percettori del reddito di cittadinanza, che veniva svolto dai navigator.
A ciò si aggiunge un’ulteriore preoccupazione derivante dall’imminente entrata in vigore del Programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori)*, prevista tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2022. Le linee guida presentate dal Ministero del Lavoro alle Parti Sociali sono piuttosto chiare: il raggiungimento degli obiettivi previsti nel Programma GOL è condizione minima necessaria affinché tutti i fondi del PNRR vengano effettivamente erogati e spesi sul territorio.
L’incapacità dell’attuale amministrazione regionale rischia, dunque, di minare non solo quel necessario slancio di cui le politiche attive territoriali avrebbero urgente bisogno, ma persino l’intero ammontare di risorse destinate al territorio abruzzese. I target del Programma GOL sono chiari e saranno valutati sia su base territoriale che di singolo Centro per l’impiego: non basterà dunque soddisfare alcuni parametri generici, ma entro il 2022 la Regione sarà chiamata ad adottare il Piano regionale GOL e ad eseguire almeno il 10% delle attività previste. Sempre entro lo stesso 2022, il 25% dei CPI regionali dovrà aver portato a termine almeno il 50% delle attività previste e, a medio termine, l’80% dei CPI regionali dovrà completare TUTTE le attività previste nei Piani regionali GOL.
In questa situazione chiediamo una Commissione consiliare alla presenza dell’Assessore in cui capire i tempi di questi bandi e delle assunzioni, ma anche per chiedere che la Regione Abruzzo, in Conferenza Stato-Regioni faccia la sua parte per arrivare alla proroga dei contratti dei navigator o alla loro stabilizzazione in Anpal servizi. In aggiunta invitiamo la Regione Abruzzo a valutare una proroga di carattere regionale per i navigator fino all’espletamento dei concorsi regionali ed eventualmente prevedere, nella stesura dei bandi, dei punteggi per coloro che, come i navigator, lavorano già da 2 anni e mezzo nelle politiche attive del lavoro, per evitare di perdere e disperdere l’esperienza maturata. Pensare alla riserva per 48 navigator, a fronte di 260 nuove assunzioni, permetterebbe di avere personale formato che già lavora in questo settore da due anni e mezzo.