Ieri, un lunedi qualunque di inizio estate. Caldo, file, tempi che si allungano, contratti che saltano, riposo che si riduce, tempi infiniti e incerti tra Ancona e Pescara. E saltano anche i nervi. Ieri, un lunedì qualunque di inizio estate. Ancora una volta incolonnamenti e forti disagi. Ritardi che alcuni lavoratori non possono permettersi. Ieri un lunedì qualunque di inizio estate. Disagi particolarmente pesanti per gli automobilisti in transito sull’A14 nel tratto tra le Marche e l’Abruzzo, da 3 anni tappezzato di cantieri, deviazioni e interruzioni. Il record di giugno è stato registrato nel tratto Val Vibrata- Pedaso, in direzione Ancona, con 10 chilometri di coda con camion incolonnati, costretti a procedere a passo d’uomo. Una problematica presente da anni, indegna, e che indigna cittadini e istituzioni ma purtroppo la soluzione, immediata ed efficace, sembra non giungere mai. Una situazione già preventivamente denunciata dalle autorità locali conseguenza dei tanti lavori di manutenzione straordinaria eseguiti in quel tratto. A tutto ciò si sono aggiunti anche i cantieri per il potenziamento delle gallerie secondo i nuovi standard imposti dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità. I lavori interessano 9 gallerie – tutte insieme – ma è raro vedere operai impegnati che lavorano. A causa dei lavori e dei forti disagi molti automobilisti da tempo scelgono di uscire dall’autostrada per riversarsi sulla Statale Adriatica  per poi rientrare a città Sant’Angelo.

Ieri  un lunedì qualunque di inizio estate. Ma non per tre camionisti che sono morti dopo un tamponamento tra tre tir prima di un cantiere. Un vero e proprio inferno a cielo aperto, che ha originato code interminabili, peraltro aggravate dalla presenza di un cantiere proprio nell’area oggetto dello scontro. Ancora una volta quanto previsto è accaduto. Una tragedia, un’altra tragedia lungo l’autostrada A14. Questa volta nel tratto di  San Benedetto del Tronto. Due persone sono morte e una è rimasta ferita dopo un incidente avvenuto nell’area di  un cantiere segnalato. Coinvolti tre mezzi pesanti, uno dei quali si è incendiato. Autostrada chiusa. Obbligo di uscita a Val Vibrata sulla SS16 . Nel tratto tra Teramo-Giulianova e San Benedetto del Tronto alle 16 di ieri si registrano incolonnamenti per 9 chilometri.

Ancora una tragedia. Ancora morti. Eppure agli abruzzesi e gli automobilisti italiani è garantito in teoria, il diritto all’accessibilità e alla piena operatività delle autostrade.  C’è, in teoria,  il diritto per cittadini e imprese di percorre i tratti autostradali in tempi congrui e accettabili

Del resto solo un popolo di “cog…..” può permettere una cosa così. Ammettiamolo siamo dei vili, tutta chiacchiera e distintivo. Quando in un Paese occorrono 6 ore per fare 100 km, questo è un paese finito. Viva Maria e viva la Durso. Solo questo ci meritiamo. Va bene i politici “senzappalle” che abbiamo votato. Va bene il Presidente del  “…mo ci penso io, facciamo l’autostrada sul mare da Martinsicuro a Silvi, poi da Notaresco ai Prati di Tivo, che a fine anno sarà pronta”.  Va bene che chi vive di turismo può sempre sperare in un nuovo covid delta per fare un po’ di soldi con chi non può andare all’estero, e fregarsi un po’ di soldi allo Stato. Va bene che chi dopo il ponte Morandi  – qualsiasi offesa è cosa da poco – usa l’Abruzzo come arma di ricatto.

E’ estate chissenefutt’, se stess a la cas’, la genta. Va bene tutto perché i “cog…..” siamo noi. Incapaci di una risposta di popolo. Incapaci di una risposta di dignità. Tu Benetton vuoi chiudere un pezzo di Autostrada? Bene. Te la chiudo io, a tempo indeterminato, questa autostrada A14, ti interrompo la dorsale adriatica, ti chiudo il Paese. Poi vediamo se li sostituisci sti guardrail. Che sembra che debbano rifare il traforo del Gran Sasso. Quando un popolo paga (caro) una autostrada che ti annuncia una media oraria di 17km/h, questo popolo è finito, occorre parlare di massa informe respirante, massa demente incapace di potere e volere, incapace di ogni forma di espressione. Quando ogni giorno ti “stuprano” il lato B e tu non reagisci, o ti piace, e ci può stare, oppure sei morto. Un popolo morto. Non mi interessa nulla se si configura il reato di sequestro di persona, oppure interruzione di pubblico servizio. Se per andare da Teramo a Pescara la radio ti consiglia di passare da L’Aquila/Avezzano, e non c’è stato un attentato ne’ un terremoto, solo che occorre sostituire un guardrail, come si fa a parlare di turismo, sviluppo, civiltà? Quando ogni giorno 50 mila cittadini vengono sequestrati, privati dei diritti, privati di una giornata con la famiglia, dai parenti, al cinema, al centro commerciale non bastano più le lettere e i balletti dei nostri politici incapaci. Quando un Ministro dopo due anni dice “studierò il problema“. Quando un agente della polizia stradale dice “non ho mai visto una situazione del genere in 20 anni di lavoro” io penso ad un sequestro di persona più che interruzione di servizio. Sequestrati. Non so, in quale altro modo vogliamo definire chi viene bloccato per ore, in auto , contro la propria volontà. E parliamo di 50 mila persone ghigliottinate. Come si può parlare di servizio se, tra la stazione A14 di Pineto e Pescara (15 km) gli automobilisti impiegano più di 2 ore ??? Come si può parlare di “servizio” se questo avviene da mesi. Di che parliamo se nessuno da’ la risposta essenziale: fino a quando? Giornate ricordate come un vero e proprio incubo. Oramai è così: un massacro per chi si riversa sulla A14, un incubo per il fiume di auto, costrette, a transitare a passo d’uomo su una sola corsia. A questo punto, per logica conseguenza, lunghe code – nulla di più pericoloso – si sono create e continueranno a crearsi anche sulla statale, dove, oltre al solito traffico, sono finiti e finiranno i mezzi che fuggono dalla A14. Ma il traffico di questi giorni potrebbe essere solo un assaggio di quello che accadrà tra pochi giorni. Ieri, un lunedì di normale follia. Con due morti in più.