TERAMO – Nonostante il silenzio assordante di molti mezzi di comunicazione, ricordiamo che i sindacati della scuola: FLC CGIL, Cisl scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams hanno proclamato lo sciopero per l’intera giornata del 30 maggio 2022 con manifestazione nazionale a Roma.
Con largo anticipo rispetto a quanto è previsto dalla legge, le manifestazioni della giornata dello sciopero erano state regolarmente comunicate alla Questura di Roma, indicando come luoghi di svolgimento piazza dei Santi Apostoli, dove si sarebbe svolta la manifestazione che avrebbe accolto le lavoratrici e i lavoratori in assemblea e piazza di Monte Citorio dove una delegazione di manifestanti avrebbe portato le ragioni della protesta sotto il Parlamento, dove è in discussione il D.L. 36/2022, la cui emanazione è al centro della protesta.
A pochi giorni dalla data, fatto grave e intollerabile, la Questura ha opposto divieto allo svolgimento della manifestazione a piazza di Monte Citorio, limitando il diritto costituzionale a manifestare sulla base anche di una direttiva adottata dopo l’assalto fascista alla Cgil del 9 ottobre 2021, che ora viene usata contro il sindacato stesso. Un vero e proprio paradosso se si pensa che non vengono sciolte le organizzazioni neofasciste mentre si impedisce a noi di manifestare.
Di fronte a questo atteggiamento ci chiediamo: chi ha paura della scuola? Dopo questi anni di pandemia in cui tutta la politica ha riconosciuto a parole il ruolo fondamentale della scuola e ora si appresta nuovamente a tagliare invece che investire, non è legittimo interrogare il Parlamento e, nel confronto, portarlo a coerenza con quanto dichiarato? Chiediamo più personale, più tempo scuola, meno precariato, organici adeguati e strutture funzionali, oltre al giusto riconoscimento del lavoro che si fa a scuola.
Vogliamo immediate risposte da parte delle istituzioni, a partire dal Ministero dell’Interno, dal Governo e dal Ministero dell’Istruzione che ci vietano di manifestare davanti al Parlamento relativamente a un decreto che incide pesantemente nella organizzazione delle attività didattiche, limitando la libertà di insegnamento, intervenendo su prerogative contrattuali, quali la formazione e la valorizzazione professionale.
Si tratta di un ulteriore segno di disattenzione nei confronti della scuola e del futuro formativo degli studenti e delle studentesse.
Serve un intervento da parte di tutte le forze politiche democratiche che hanno veramente a cuore la scuola, i diritti costituzionali e il futuro del nostro Paese e che invitiamo a manifestare con noi, il 30 maggio, in piazza SS Apostoli.
La FLC CGIL Teramo ci sarà per far sentire la voce dei docenti e degli ATA del nostro territorio – FLC CGIL TERAMO –