TERAMO – In riferimento all’annunciato trasferimento della piccola chirurgia presso il presidio ospedaliero di Giulianova, il Sindaco Gianguido D’Alberto interviene ricordando che non si tratta di una questione nella quale è stato coinvolto il Comitato dei Sindaci perché attiene ad un argomento di competenza gestionale, proprio della azienda sanitaria.
“Ciò non significa che il Sindaco della città capoluogo – sottolinea però D’Alberto – non debba adeguatamente interessarsene, anche perché Teramo è sede del presidio del territorio cui deve riferirsi qualsiasi ipotesi di programmazione della rete ospedaliera d’Abruzzo”.
In realtà già da qualche giorno il Sindaco D’Alberto si è interessato della vicenda, compiendo finanche un sopralluogo presso l’ospedale, proprio nell’area coinvolta. “La questione è tutt’altro che semplice – sostiene ancora D’Alberto – ed è evidente che il problema esista; un problema oggettivo e di idoneità degli spazi presso i quali si svolge l’attività di piccola chirurgia che, anche a seguito di verifiche effettuate dagli organi competenti, attualmente viene effettuata in situazioni di non adeguatezza che appunto richiedono interventi correttivi per tutelare il diritto alla salute, ché di questo che si parla”.
Il Sindaco rimarca che la vicenda va approfondita e per questa ragione chiede conto all’azienda sanitaria sui tentativi messi in campo per risolvere il problema prima di arrivare alla decisione del trasferimento; un trasferimento che, in ogni caso, secondo quanto indicato nella relativa delibera, sarebbe temporaneo e a decorrere dal prossimo 1° settembre.
“Qui non si gioca una questione campanilistica – sottolinea il Sindaco D’Alberto – non c’è una difesa aprioristica del territorio ma bisogna capire cosa è stato fatto per evitare che ci fosse il trasferimento, tra l’altro annunciato come temporaneo ma con modalità che lasciano pensare ad un passaggio definitivo. Se così è nelle intenzioni della dirigenza ASL, si abbia il coraggio o perlomeno l’onestà intellettuale di dirlo”.
Il presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci, dichiara la forte contrarietà a tale ipotesi: “Io credo che, visto che si parla del 1° settembre, c’è tutto il tempo per trovare soluzioni correttive per ottimizzare gli spazi ed evitare questa inappropriata decisione; anche perché, da quanto abbiamo appreso, c’è anche la disposizione normativa che stabilisce che la piccola chirurgia resti in prossimità dell’anestesia, (ecco perché finora è stata collocata lì). In realtà, nel nostro sopralluogo, abbiamo riscontrato che c’è la possibilità di ottimizzare gli spazi e rendere la piccola chirurgia uno spazio autonomo”.
Ma c’è un altro aspetto che non va dimenticato: questa è una resa incondizionata ad un problema senza un tentativo di soluzione.
Teramo è baricentrica rispetto all’intero territorio provinciale e il trasferimento prospettato creerebbe disfunzioni all’intera area montana.
In termini più generali è necessario capire qual è la prospettiva di riordino complessivo della rete ospedaliera e come si inserisce l’offerta sanitaria, in tale quadro; è fuori di dubbio che la riforma non possa passare per una spogliazione dell’ospedale di Teramo, che è il presidio di riferimento rispetto agli altri territori periferici, per il quale va invece compiuta l’operazione inversa che è quella di rafforzarne il ruolo.
“Non vorrei che si mettano in campo scelte estemporanee, come avvenuto in passato, o dettate da finalità politiche del momento – afferma ancora il Sindaco di Teramo – che in realtà rischiano di compromettere la visione organica della riqualificazione ospedaliera. Abbiamo per questo invitato l’assessore Nicoletta Verì ad una delle prossime riunioni del Comitato dei Sindaci, e a lei chiederemo di illustrare la visione che la nuova Giunta Regionale ha del riordino ospedaliero. Per quanto ci riguarda, questo non può che passare per un miglioramento della qualità che tenga il presidio ospedaliero di Teramo al centro, e con forza ribadiremo la nostra posizione. In ogni caso, l’incontro con l’assessore Verì, sarà l’occasione anche per porre il problema del trasferimento della piccola chirurgia, ricordando che non è l’unica questione all’ordine del giorno, non di primaria importanza rispetto ad altre, ed è necessario invertire la rotta e dare alla visione e alla operatività della sanità regionale, strategia e lungimiranza”.