Dopo l’appello  di centinaia  di docenti, intellettuali, giornalisti italiani e associazioni nazionali, dopo il Premio Borsellino, Maria Falcone, i pm Franco Roberti e Roberto Tartaglia, Nando Dalla Chiesa, e tantissimi nomi illustri dell’associazionismo, ora sono gli studenti, docenti e dirigenti scolastici  abruzzesi che, raccogliendo l’invito del Premio Borsellino, scrivono al Ministro dell’istruzione Prof. Patrizio Bianchi:

“Preg.mo Ministro, una persona normale all’improvviso apprende di essere indagata. Giusto, giustissimo fare le indagini. Anche se pare strano – non solo a me ma a fior fiori di procuratori e giornalisti – che questa signora avrebbe intascato più di 600mila euro per 2 (due) appalti senza gara di 40.000 (quarantamila euro). Giusto, giustissimo fare le indagini. Non so nulla, ovviamente, della vicenda. Conosco invece le dinamiche, sempre drammatiche, che si innestano nella mente di una persona che, d’improvviso, raggiunta da un grave sospetto, diventa preda del branco. Perché di questo si tratta. In nome di un malinteso diritto-dovere di informare. Ma come fai a dare una informazione coperta dal segreto investigativo. Ipotetica. Unilaterale. Non  divulgabile. Su qualcosa che non conosci?

Preg.mo Ministro, Lei meglio di me sa che un “avviso di garanzia” ha costi enormi, ingiustificabili e del tutto sproporzionati, e che la pubblicazione della non-notizia qualcuno la pagherà inesorabilmente. Vi è una fortissima prevalenza culturale, secondo cui se un personaggio pubblico viene raggiunto dal sospetto, ciò merita perciò stesso la diffusione. Il costo che la persona raggiunta da una ipotesi accusatoria -questo è l’indagato, null’altro- dovrà pagare è incongruamente sproporzionato. Vita professionale, politica, familiare sono travolte spesso in modo irreparabile, e la reputazione personale è inesorabilmente compromessa dalla furia devastatrice di una simile esperienza.

Nessuna vicenda umana può affidarsi a simili semplificazioni senza poter avere il diritto di chiarire e spiegare, a sé stesso ed agli altri, prima di essere trascinato nel fango, e nella disperazione; alla quale ha ceduto la dottoressa Boda. Qualunque cosa possa aver fatto o non fatto, ha semplicemente capito di non avere già più il tempo per spiegare.

Preg.mo Ministro, quello che è accaduto a Giovanna Boda, secondo tanti, e tra questi la Procura di Roma che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio (pm Alberto Galanti),  è molto più che un atto scellerato. È  un atto deliberato. Secondo me è un gesto delinquenziale non casuale. Giovanna Boda è sempre stata la persona più in vista di quel Ministero. Iperattiva. Fortemente connessa con il mondo cattolico e dell’antimafia. È una persona incantevole, brava, totalmente dedita alla educazione dei giovani come a una missione.

Preg.mo Ministro e se – come abbiamo scritto noi e ha scritto Nando Dalla Chiesa – avessero voluto fare un piacere proprio a quella ndrangheta che lei e questa signora -in modi e tempi diversi – volete combattere ? Se come ha scritto la storica associazione “Società Civile” tutto fosse legato a una vendetta ndranghetista contro chi, organizza nelle scuole la resistenza alla mafia in Calabria ? Il cuore e la mente sono a fianco di Giovanna e del suo dolore. Ma occorre, ora, il suo sostegno . Mentre a noi, gli amici, tanti, tanti suoi amici, in tutta Italia tocca pregare e sperare.

Preg.mo Ministro una persona sensibile come Giovanna Boda che difende i più deboli, che è pronta a intervenire per tutelare i minori e per combattere illegalità e ingiustizie, che viene inviata  in Calabria per ripristinare la legalità, che è stata insignita di tutte le onorificenze possibili, non può essere una persona corrotta.

Sono in migliaia a dirlo. E’ tutta la “rete del bene” a dirlo.

Incastrata semmai da chi la voleva distruggerla. In questo Paese basta un articolo di giornale, magari anche una lettera anonima, un articolo di giornale ad arte, a volta anche il consenso di persone dall’animo malvage, per distruggere le persone.  Personalmente, e interpreto il pensiero dei più, di tutto il mondo della scuola, di tanti, non ci credo.

Non so quante e quali decisioni prendesse la dottoressa Boda al MIUR Ma so che in tanti abbiamo conosciuto la dottoressa Boda come animatrice degli incontri sulla legalità nelle scuole e animatrice della “nave della legalità”.

Non so cosa facesse al Miur. Ma ho visto come si prodiga per chi ha bisogno. L’ho vista tra le macerie del terremoto de L’Aquila. L’ho vista vicino ai ragazzi handicappati a Teramo. L’ho vista con Sami Modiano a Pescara . E’ sua la frase: “Siamo la rete del bene” che ho visto riportata contro di lei, come se parlasse di chissà che lobby.

Preg,mo Ministro, la dottoressa Boda va sostenuta, ora, subito, senza tentennamenti …fino a sentenza passata in giudicato.

Preg,mo Ministro, a chiederglielo sono migliaia di docenti, intellettuali, giornalisti, associazioni nazionali che stimano, vogliono bene e credono nella innocenza di Giovanna Boda.

Preg,mo Ministro, a chiederglielo sono i tantissimi uomini dell’antimafia militante che sono pronti, qualora ce ne fosse bisogno, a testimoniare a suo favore e a gridare ai quattro venti la sua innocenza. E che pregano per Lei

Preg.mo Ministro, insieme a Lei vogliamo gridare Forza Giovanna! Ti siamo vicini”.

Leo Nodari

Chi volesse continuare a inviare un messaggio di solidarietà alla Dr.ssa Boda può inviarla a: info@dirigentiscuola.org