Riceviamo e pubblichiamo dalle segreterie di Cgil e Filt Cgil:
Non più di dieci giorni fa abbiamo messo in risalto la drammatica situazione in cui versano la rete infrastrutturale e il trasporto ferroviario di due regioni limitrofe quali Abruzzo e Molise, puntando l’indice sia sull’enorme gap che ci separa dal resto d’Italia ma anche sulle evidenti ricadute che questo gap comporta su pendolari e utenti.
I DATI IMPIETOSI DEL DISASTRO E IL SILENZIO DELLE AZIENDE– Come si ricorderà, infatti, dal recente studio realizzato e pubblicato da Legambiente sulle condizioni del trasporto ferroviario, è emerso per queste due regioni confinanti, un quadro assolutamente disastroso per il quale non si sono registrate ne’ smentite ne’ repliche da parte dei diretti interessati ovvero aziende di trasporto e Istituzioni regionali.
Eppure i dati sono impietosi e meriterebbero riflessioni e approfondimenti. Ne rammentiamo alcuni che caratterizzano il solo Abruzzo:
calo di viaggiatori trasportati del 39,9% in appena sei anni dal 2011 al 2017;
tagli ai servizi del 9,6% (arco temporale 2010/2018);
vetustà del materiale rotabile 17,7 anni (stesso arco temporale);
aumenti tariffari del 25,4% (stesso arco temporale);A questi dati di per sé già inqualificabili rispetto al resto del paese dove invece aumentano qualità e quantità dei servizi e dove aumentano conseguentemente anche gli stessi viaggiatori, occorre aggiungere la pessima condizione in cui versano infrastrutture e rete ferroviaria caratterizzata da ben l’82% di binario unico che in molti casi si traduce in forzate riduzioni e limitazioni di velocità.
LE LIMITAZIONI DI VELOCITA’ IMPOSTE DALL’AGENZIA PER LA SICUREZZA – Emblematica la tratta San Vito – Lanciano gestita da TUA/Sangritana e sulla quale da quasi un anno e, per disposizione dell’agenzia nazionale per la Sicurezza delle ferrovie (ANSF), è scattata la limitazione della velocità massima a 50 km/h e il distanziamento ad un’ora fra un treno e l’altro nello stesso senso. E’ il caso di rammentare che tali limitazioni comportano altresì il ricovero obbligatorio dei treni nella stazione disabilitata ed impresenziata di San Vito Lanciano, fornendo l’opportunità a presunti artisti di strada di esercitarsi con discutibili graffiti.
Ci sarebbe da chiedersi per quale motivo non ci si affidi direttamente ad altre imprese che notoriamente già oggi in ambito nazionale, sono perfettamente in grado di garantire apparati di sicurezza adeguati tali da superare le limitazioni imposte dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle ferrovie.LE GIUSTE RIMOSTRANZE DEI PENDOLARI E LA NECESSITA’ DI QUALCHE DISTINGUO Rispetto alle giuste rimostranze dei comitati dei pendolari e degli utenti verso i quali esprimiamo la nostra piena ed incondizionata solidarietà, sarebbe interessante e, a nostro avviso necessario, diversificare e scomporre i dati negativi che attengono l’Abruzzo. Ad esempio sarebbe opportuno capire quanto di quel pesante calo di viaggiatori (- 39,9%) è imputabile all’azienda di valenza nazionale (Trenitalia) e quanto è invece imputabile a quella di valenza locale (TUA/Sangritana), così come un’analoga distinzione andrebbe fatta sulla qualità e sulla vetustà dei treni che caratterizza le singole aziende e che a tratti è alquanto imbarazzante. Quello che tuttavia emerge, è che molto spesso ci troviamo di fronte a due aziende che tra di loro tendono ad ignorarsi e a non collaborare, quasi come se dimenticassero di operare per una stessa finalità.
Ed è assolutamente vero quanto denunciato dai pendolari rispetto ai tanti disservizi che quotidianamente riscontrano e che attengono la mancanza di un biglietto unico, i ritardi, le mancate coincidenze, le condizioni igieniche in cui versano i treni, l’indisponibilità delle biglietterie e più in generale un programma di esercizio predisposto dalle due aziende su indicazione della Regione che non tiene assolutamente conto delle esigenze specifiche negli spostamenti periodici dei pendolari (treni sovraffollati e treni completamente vuoti).LE RESPONSABILITA’ DELL’AZIENDA REGIONALE NELLA SOPPRESSIONE DEI SERVIZI Emergono infine chiari e pesanti responsabilità da parte chi gestisce la società regionale TUA Spa, a cominciare dal Direttore Generale che qualche giorno fa ha dovuto ammettere, in una nota trasmessa alle Istituzioni e alle Prefetture abruzzesi, marchigiane e molisane, la soppressione di 100 corse treno nei primi otto mesi del 2018, ovvero esattamente ciò che aveva denunciato la Filt Cgil. Ed è del tutto irrazionale che molti di questi servizi essenziali ferroviari siano saltati in relazione ad improvvisi malori ed indisponibilità fisiche di macchinisti e capitreno per i quali la società non aveva previsto, così come avviene nelle altre aziende, specifico personale di riserva.
IL CASO DELLA BIGLIETTERIA CHIUSA – Analogamente è altresì intollerabile che la biglietteria ubicata nella stazione di Lanciano continui a rimanere chiusa nelle giornate festive e, in alcuni orari dei giorni feriali anche nelle stesse fasce orarie mattutine in cui sono riscontrabili treni in partenza dal capoluogo frentano e per i quali i viaggiatori sono impossibilitati ad acquistare il relativo titolo di viaggio.
In definitiva ribadiamo che ci troviamo di fronte ad una situazione disastrosa, ben diversa dallo scenario idilliaco che fino a qualche tempo fa la politica regionale ostentava a rappresentare. Da qui l’accorato appello al neo Presidente della Regione Marsilio e al Sottosegretario con delega ai trasporti D’Annuntiis affinché si intervenga urgentemente su questo delicato settore.
CGIL AbruzzoMolise
Carmine RanieriFILT CGIL AbruzzoMolise
Franco Rolandi