TERAMO – Ci sono cose che restano davvero di difficile comprensione. Valutate se ci sia un equilibrio nelle valutazioni addotte circa le sanzioni da dover infliggere ed inflitte al Città di Teramo e quelle alle due società coinvolte nel post gara del “Gran Sasso d’Italia” de L’Aquila di domenica scorsa.
- Per la gara di campionato tra Teramo e L’Aquila dello scorso dicembre, alla società biancorossa venne inflitta una sanzione pecuniaria di € 1.500,00 oltre alla diffida del Bonolis “per avere propri sostenitori lanciato numerosi biscotti prima dell’inizio della gara all’indirizzo della terna e durante l’intervallo nei confronti del portiere avversario, nel corso del primo tempo e per tutta la durata della gara rivolto espressioni offensive e minacciose nei confronti degli ufficiali di gara, nonché lanciato all’indirizzo di un A.A. una moneta da 50 centesimi, introdotto ed utilizzato materiale pirotecnico (1 fumogeno) che veniva lanciato sul terreno di gioco“.
- Il relazione ai fatti de L’Aquila di domenica scorsa neanche lontanamente paragonabili a quelli del “Bonolis” (i Daspo che sono arrivati e che arriveranno sono altra cosa) a L’Aquila è stata comminata una multa di 3.000 euro ed una gara a porte chiuse “per avere propri sostenitori introdotto materiale pirotecnico che veniva utilizzato nel settore loro riservato (4 fumogeni) e lanciato sul terreno di gioco (1 fumogeno). Inoltre, al termine della gara, 50 dei medesimi prendevano parte ad una rissa in cui sterravano calci, pugni e colpi inferti con oggetti atti ad offendere (cinture aste di plastica). Inoltre, alcuni sostenitori (2) accedevano con la forza all’area degli spogliatoi spintonando e rivolgendo espressioni offensive all’indirizzo dei tesserati della squadra avversaria, creando una situazione di tensione che rendeva necessario l’intervento delle Forze dell’Ordine. (R CdC)“.
- Sanzione pecuniaria di 2.800 euro per la Sambenedettese e diffida del Riviera delle Palme “per avere propri sostenitori introdotto e utilizzato materiale pirotecnico (7 fumogeni e 2 petardi) nel settore loro riservato. Inoltre, al termine della gara, i medesimi davano inizio ad una rissa cui prendevano parte in non meno di 50 sferrando calci, pugni e colpi inferti con oggetti atti ad offendere (cinture, aste di plastica). Infine, persona non identificata, indebitamente presente nell’area degli spogliatoi, rivolgeva espressioni irriguardose all’indirizzo di una persona riconducibile alla società avversaria“.