TERAMO – Nelle settimane scorse sono state registrate 46 positività al covid19 , con lo screening effettuato il 25 gennaio u.s. su circa duecento detenuti. Il numero dei postivi è salito a 102, più che raddoppiato, fortunatamente quasi tutti asintomatici, tranne uno ricoverato presso l’ospedale “Mazzini” di Teramo.
Lunedì prossimo sarà effettuato lo screening ad altri 100 detenuti e c’è il forte timore che i casi aumenteranno.
Anche tra le fila della Polizia penitenziaria ci sono 10 unità ancora contagiate ed altri sono in quarantena per assistere figli minori in DAD. Il restante personale presente è costretto a sobbarcarsi carichi di lavoro quasi raddoppiati per garantire l’ordine e la sicurezza all’interno del penitenziario e assicurare i diritti ai detenuti. Il clima all’interno dei reparti detentivi è sereno, nonostante alcune limitazioni imposte ai detenuti, i quali tuttavia, si dimostrano molto collaborativi tranne qualche “singolo facinoroso”.
Quello che più ci ha lasciato sgomenti da questa emergenza è stato il silenzio del Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, nemmeno una telefonata di vicinanza.
Come Sindacato, ci sentiamo in dovere di ringraziare la Polizia Penitenziaria per lo spirito di Corpo, abnegazione al servizio e gli enormi sacrifici personali per assicurare la legalità e i diritti costituzionali ai detenuti all’interno di tutti gli istituti di pena del Paese , continuando a denunciare il sovraffollamento delle prigioni e la gravissima carenza degli organici della Polizia Penitenziaria .Solo a Teramo, si ricorda, mancano infatti 57 unità e non mancano le difficoltà nell’applicare puntuali strumenti normativi per fronteggiare le emergenze come la pandemia in corso atteso che il protocollo covid19 vigente è stato stipulato tra la Regione Abruzzo e Amministrazione Penitenziaria all’inizio della pandemia ( 2020) e mai adeguato alle recenti modifiche legislative.
Auspichiamo che il Presidente della Regione Abruzzo da sempre vicino al personale della Penitenziaria si adoperi celermente per convocare un tavolo tecnico per rivedere il protocollo di che trattasi e che il nuovo Prefetto di Teramo si rechi al più presto in visita all’istituto di pena “Castrogno” di Teramo per toccare con mano le gravissime criticità operative denunciate e lo stato di abbandono in cui versa portando un segno di vicinanza dello Stato.
Alle altre Autorità, rinnoviamo l’invito a non lasciarci “soli”, e di farsi portavoce nelle sedi opportune per migliorare le condizioni lavorative dei lavoratori degli istituti di pena e la dignità dei ristretti così come sancito dalla Carta Costituzionale – Sappe –