Fare memoria è un dovere. E’ una responsabilità comune. Fare memoria è un richiamo a non dimenticare. Fare memoria è stampare nella nostra mente e nel nostro cuore quei ricordi che sanno diventare motivi costanti di gioia, di verifica della nostra vita. Fare memoria ci aiuta  a misurarci con i problemi e le sfide di oggi. Per scuotere, per comprendere, per consolare, per invitare a qualcosa di più grande. Fare memoria  è illuminare i nostri occhi e la nostra vita. Fare memoria è anche ricordare gesti e parole  non sempre facili e a fare tesoro delle parole, dei ricordi, non solo per conservare una memoria che ci commuove un pò, ma per comprendere meglio la nostra vita.

Il Premio Annino Di Giacinto è uno di questi momenti che fa memoria. Che ricorda. Che viene attribuito a personaggi teramani di spicco che si sono distinti anche a livello nazionale. Da 11 anni ha l’intento di gratificare quei teramani che hanno raggiunto risultati importanti nei diversi settori professionali, imprenditoriali, culturali, e  onorare persone o istituzioni che in qualche modo si siano distinte nell’impegno sociale e civile  in favore della città. E, con questo loro impegno straordinario, abbiano contribuito all’accrescimento e alla diffusione del prestigio di Teramo. L’iniziativa voluta, ideata e organizzata dal vulcanico cantiniera Marcello Schillaci, re indiscusso della teramanità, mira a valorizzazione le migliori energie del nostro territorio,  intende dunque disegnare – anno dopo anno – una mappa dell’eccellenza nella cultura, nella imprenditoria teramana, e nel campo dell’impegno sociale e civile, mettendo in luce la Teramo migliore e testimoniando, nonostante le difficoltà del momento, le potenzialità di una città ricca  di testimoni importanti .

La ricordo bene quella notte tra il 1° e il 2 gennaio del 2009.  Erano gli anni del capodanno in piazza. A Roma avevo organizzato il concerto di Antonello Venditti  ai  Fori  Imperiali.  Ero appena rientrato. Comincio a girare la voce della morte del grande ballerino e coreografo teramano Annino Di Giacinto. Stroncato da infarto .

Nato a Teramo, e rimasto orfano, venne dato in adozione a Paolina Schillaci. Cresciuto con Marcello, titolare della Cantina di Porta Romana, e la sorella Angela, cominciò da subito a manifestare le due grandi passioni che scandirono la sua gioventù: il calcio e la danza. Come aspirante ballerino intraprese, dal 59 al 68, il percorso formativo offerto dalla scuola di danza accademica di Liliana Merlo, danzando diverse volte con la nota attrice e ballerina Mariella Converti. Alla fine degli anni 60 entrò nella scuola del Teatro dell’Opera di Roma all’epoca diretta da Attilia Radice, diventando nel giro di poco tempo primo ballerino del corpo di ballo. Di grande rilevanza l’incontro con Gino Bartali che riconoscendone doti e talento gli permise di accedere al mondo televisivo. Abbandonato definitivamente il calcio per il quale pure dimostrava di essere molto portato (gli venne proposto un provino con il Torino), ebbe il privilegio e la soddisfazione di danzare con personaggi della levatura di Nureyev a Carla Fracci, e di lavorare con grandi nomi della coreografia come Aurel Milloss. Ma Di Giacinto non era soltanto un grande danzatore. Ha lasciato un segno nell’arte e nella cultura anche come docente al liceo pedagogico “Milli” e all’Alberghiero “Di Poppa”.

Non c’è alcuno sforzo nel ricordare. Anzi, ciò che indichiamo come memoria oggi si è trasformata in una giornata testimoniale, che diventa più viva. Una giornata che è memoria non solo commemorativa, ma una memoria che è viva.

Giovedi 2 dicembre alle ore 17  nella sala polifunzionale della Provincia si svolgerà l’11 edizione del “Premio Annino Di Giacinto”, l’oscar dei teramani, che vuole essere un contributo alla crescita di Teramo.  Tra i premiati  il medico  Maurizio Brucchi che è stato ottimo coordinatore della fase emergenziale che la città ha vissuto  causa Covid. Il Premio per Annino  è un premio che negli anni ha saputo imporsi nel panorama provinciale, dando lustro e visibilità a coloro che, nei vari settori, hanno dato un contributo sostanziale alla crescita di Teramo. Questo spirito di un’iniziativa, promossa da Marcello Schillaci nel contempo nasce per onorare la memoria di un concittadino che ha profuso il proprio impegno intellettuale ed artistico anche in ambito culturale e sociale. Ciascuna sezione del premio guarda infatti ad uno dei settori  nel quale  il maestro Annino ha rivolto la sua personalità . Con il desiderio di riscoprire il sentimento d’appartenenza ad una città  che non dimentica i suoi figli migliori.