PESCARA – In Italia le città con le migliori performance ambientali si concentrano al nord, mentre sud e centro della Penisola faticano a tenere il passo. A restituire una fotografia puntuale è la nuova classifica stilata da Ecosistema Urbano 2024, il rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore – sui 106 capoluoghi di provincia per performance ambientali. Quest’anno la Regina green della vivibilità ambientale urbana è Reggio Emilia, che risale la classifica passando dal quinto posto dello scorso anno al primo posto, superando così Trento, che scende in seconda posizione, e Parma, al terzo posto.
In Abruzzo, in controtendenza sul dato nazionale solo Teramo che, migliore tra i capoluoghi abruzzesi, si posiziona in 20° posizione, risalendo dalla 57° dell’anno passato. Seconda tra i capoluoghi abruzzesi Chieti, che comunque scende dalla posizione 51 alla 67, seguono Pescara e L’Aquila, che posizionandosi al 72° e 75° posto, guadagnano rispettivamente tre e dieci posizioni. I parametri che determinano la classifica delle performance ambientali dei Comuni di Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente, basate su dati comunali relativi in modo prevalente all’anno 2023, sono quest’anno 20 sempre distribuiti in 6 aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia: per mantenere aggiornato rispetto alla realtà urbana lo studio è stato rivisto e aggiornato il “peso” di alcuni indicatori, aggiungendone anche un nuovo (variazione nell’uso efficiente del suolo) e questo come, ogni anno, comporta più variazioni, a volte importanti, in classifica. La media nazionale del punteggio dei capoluoghi torna a scendere e si ferma a 55,80% rispetto ai 56,41% della scorsa edizione (due edizioni fa era 53,41% e 53,05% tre anni fa): solo Teramo supera la soglia con il 66,40% , mentre restano al di sotto Chieti, Pescara e L’Aquila.
Guardando i dati nel dettaglio, Chieti è tra le città peggiori per i dati sulla dispersione idrica, che quest’anno è uno degli indicatori di performance con il maggior peso, che si attesta al 70%, seguita da L’Aquila al 68,8%, dato peggiore tra i capoluoghi di Regione (la media nazionale è al 37,8%) e Pescara al 55%. Teramo, invece, con un dato sulla dispersione idrica al 25%, è la migliore in Abruzzo e tra le migliori su scala nazionale. A Chieti maglia nera anche per le infrastrutture ciclabili, mentre si conferma, come a Teramo, l’ottima performance in materia di economia circolare per qualità e quantità della raccolta differenziata. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, L’Aquila è l’unica città italiana a essere classificata come ottima, con valori prossimi ai limiti stabiliti dall’OMS per la piena tutela della salute umana per biossido di azoto, PM 10 e PM 2.5 e soli 4 giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 ?g/mc nella centralina peggiore per l’ozono. La mancanza della reperibilità di questo dato, penalizza invece Teramo.
Sul fronte della mobilità, L’Aquila e Teramo si confermano tra i capoluoghi con il maggior tasso di motorizzazione con rispettivamente 80 e 76 auto ogni 100 abitanti, a fronte di una media nazionale di 68, ma L’Aquila, nell’ambito dei piccoli capoluoghi, resta anche tra le città con la migliore offerta (quantitativamente parlando) di trasporto pubblico urbano con 49 vetture-km per abitante, contro una media nazionale di 23 vetture-km per abitante. Teramo tra le città migliori per l’estensione delle ZTL con 1.726,55 m²/100 ab. Da rafforzare gli obiettivi di sostenibilità sul verde urbano – Pescara è l’unico dei nostri capoluoghi tra le 50 città con una dotazione superiore o uguale a 20 alberi/100 abitanti (21) (ed anche quella con maggiore verde fruibile per abitante) -; sul fronte delle energie rinnovabili, in cui tutti i nostri capoluoghi risultano lontani dalle migliori performance rispetto a potenza installata (kW) su edifici pubblici ogni 1.000 abitanti, e su quello del consumo di suolo, per cui si conferma in ogni caso un progressivo, significativo peggioramento di prestazioni ecologiche complessive delle città.
TOP TEN: Allargando lo sguardo sulla classifica, nelle prime dieci posizioni dominano le città del nord Italia: dopo Reggio Emilia, Trento e Parma, seguono Pordenone (posizione n. 4 in classifica), Forlì (5), Treviso (6), Mantova (7), Bologna (8), Bolzano (9), Cremona (10). L’Emilia Romagna è la regione con più capoluoghi green nella top ten, tra questi c’è anche Bologna, new entry e unica grande città nella prime dieci posizioni (lo scorso anno era 24esima) con un salto di qualità dovuto, soprattutto, alla raccolta differenziata (passata dal 62,6% al 72,9%).
Le altre metropoli arrancano: Milano si piazza al 56esimo posto in classifica, mentre Napoli arriva quasi in fondo alla graduatoria, è 103 esima, lo scorso anno era 98esima. Roma, rispondendo
in modo esauriente all’indagine, sale in graduatoria al 65esimo posto (nel 2023 era 89esima). Il centro Italia se la cava, con Macerata (23esima), Siena (26) e Livorno (29) tra i capoluoghi che si piazzano meglio in classifica. Male, invece, il Meridione con otto capoluoghi tra le ultime 10 della graduatoria: Caserta (98esima), Catanzaro (99), Vibo Valentia (101), Palermo (102), Napoli (103), Crotone (104), Reggio Calabria (105), Catania (106) che lo scorso anno era penultima. Da segnalare, invece, Cosenza (13esima) unica città del Sud nelle prime 20 posizioni, seguita al 24esimo posto da Cagliari.
Sostenibilità a due velocità e Green Deal: la fotografia scattata da Ecosistema Urbano 2024 mette in evidenza come in Italia le performance ambientali delle città viaggino a velocità e con tempi di
applicazione troppo diversi e su cui occorre accelerare il passo. A pesare sulle performance ambientali i ritardi nel contrasto alla crisi climatica, i problemi cronici irrisolti – come smog, inquinamento, consumo di suolo – i ritardi su rigenerazione urbana, efficienza energetica, mobilità sostenibile, e poi gli impatti dell’overtourism. Temi sui cui servono interventi più incisivi. A tal riguardo Legambiente lancia oggi le sue proposte: per accelerare il passo e per città più vivibili, sostenibili e attente alla qualità della vita, inclusa la sfera sociale, serve un green deal made in Italy per le città, che abbia al centro una strategia nazionale urbana che non lasci soli i comuni nell’affrontare i problemi cronici ambientali, la crisi climatica, ma anche il fenomeno dell’overtourism. Su quest’ultimo tema, l’associazione ambientalista lancia un monito: l’overtourism va governato con misure efficaci, come stanno facendo già diverse città europee e nel resto del mondo, e va affrontato con lungimiranza e responsabilità dalle grandi alle medie aree urbane ai piccoli borghi, fino all’alta quota, per un turismo più sostenibile, di qualità, attento e rispettoso anche dei territori e delle comunità locali.
All’estero già si sta facendo molto con misure significative, in Italia quei pochi interventi messi in campo sono troppo timidi e inefficaci. Al tema dell’overtourism e alla rigenerazione urbana il report Ecosistema Urbano 2024, presentato oggi a Roma e in diretta streaming sul canale you tube di Legambiente e sul sito del Sole24ore, dedica due focus di approfondimento.
“Ecosistema Urbano evidenzia come la sfida principale per le nostre città – dichiara Silvia Tauro, presidente di Legambiente Abruzzo – è quella dell’emergenza climatica in atto. Fermo restando le azioni che le città sono chiamate a mettere in campo con maggior decisione e in tempi brevi al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini e la vivibilità e sicurezza, è centrale il ruolo della Regione che in questo momento sta lavorando su uno dei pilastri centrali della transizione ecologica, ovvero quello dell’energia. Ci aspettiamo in questi giorni un Piano delle Aree Idonee aperto allo sviluppo delle rinnovabili, che sono l’unica strada possibile anche per una rigenerazione urbana coerente e inclusiva”.
“Quest’anno – commenta Donatella Pavone, Direttrice di Legambiente Abruzzo – sono stati introdotti alcuni cambiamenti necessari, sia sugli indicatori che nella loro incidenza sull’attribuzione del punteggio, per mantenere sempre aggiornato il nostro studio che è in continua evoluzione: l’obbiettivo è fare sì che la classifica rispecchi sempre più la realtà urbana. Dai dati di questa edizione 2024 emerge, con ancora più evidenza la necessità di ripensare le realtà urbane del futuro con meno auto e più mezzi meno inquinanti, su ferro ed elettrici, più mobilità sostenibile ed economia circolare, più infrastrutture intelligenti”.
Il report su www.legambiente.it
Mappa interattiva sul Sole 24 ore: https://lab24.ilsole24ore.com/ecosistema-urbano