San Benedetto dei Marsi – Il rombo di centinaia di motori, il fumo delle marmitte, i clacson suonati senza sosta da bikers che arrivano da tutto l’ Abruzzo. Non è un motoraduno qualsiasi quello che il 25 agosto ha animato
San Benedetto dei Marsi, comune di quasi quattromila persone in provincia dell’ Aquila, per celebrare un evento che si ripete da 65 anni. A mobilitare questo esercito delle due ruote è la devozione per Santa Maria Goretti, che solo dal 2012 è la compatrona del paese. La tradizione risale all’ inizio degli anni Cinquanta fa quando un contadino del luogo, Giovanni di Genova, disse di aver sognato la santa che gli chiedeva diedificare una chiesa in suo onore. L’ uomo si mise in contatto con la famiglia Goretti a Corinaldo, nelle Marche, il paesino natale della giovane, e riuscì a coinvolgere i suoi concittadini nella realizzazione del luogo sacro. Da allora l’ultima domenica di agosto si rinnova il “gemellaggio religioso” tra i due paesi, istituzionalizzato nel 2007: da Corinaldo è partito il piccolo corteo guidato dal Rettore del Santuario con una reliquia della santa (parte del braccio destro) che viene accolto all’ uscita dell’ autostrada A25 per San Benedetto dal vescovo di Avezzano. Su un’auto decapottabile la reliquia viene scortata dalla “processione di motociclisti” – un migliaio, secondo la stima
degli organizzatori – per la processione vera e propria e la messa all’ aperto, nella piazza del paese. In tempi recenti anche l’ organizzazione dei festeggiamenti è diventata speciale. Nel 2012, non essendosi ancora formato il
comitato, il prete pensò di incaricare un gruppo di quarantenni riuniti in un locale per ricordare gli anni della scuola. Da allora ad occuparsi della raccolta di fondi e della messa a punto del programma di eventi sono le persone residenti in paese che compiono i 40 anni nell’anno in corso. Quest’ anno è toccato quindi ai nati nel 1979. L’ edizione 2019 si è conclusa con il concerto di Dodi Battaglia, lo storico chitarrista dei Pooh, e lo spettacolo delle fontane danzanti proposto dalla vincitrice di un talent tv. La squadra di quarantenni vede insieme persone di estrazione diversa che diventano protagoniste non solo dietro le quinte maanche durante le celebrazioni: vestiti tutti con la stessa maglietta, come una squadra di calcio, sono loro a portare la statua in processione lanciando il segnale di una comunità unita non solo dal punto di vista anagrafico. “Ora abbiamo passato il testimone ai nati nel 1980 per la prossima edizione – dice Valentina Virgili, una delle animatrici del comitato -. Il momento più suggestivo della festa è proprio vedere così tanti motociclisti rinnovare una tradizione che nel paese è sentita e rispettata. Ricordo che quando ero bambina a sfilare erano una quindicina di moto. Negli ultimi venti anni la loro presenza è cresciuta sempre di più”. La processione dei motociclisti sarebbe nata perché la prima volta fu proprio Giovanni di Genova ad andare sul motorino guidato da un amico alla stazione ferroviaria di Pescina ad accogliere la reliquia proveniente da Corinaldo. Negli anni seguenti il parroco continuò a inviare i giovani in moto o lambrette per avvertire dell’ arrivo della reliquia e far partire in tempo la processione che accoglie il corteo alle porte del paese. Oggi molti motociclisti di San Benedetto raggiungono direttamente Corinaldo il giorno prima per scortare lungo l’intero tragitto la delegazione che ormai si muove in auto dal comune marchigiano. Anno dopo anno la ricorrenza è diventata un richiamo forte per i bikers di ogni tipo – ciclomotori, scooter, moto di grossa cilindrata, custom -, un appuntamento con la fede che è un mix di preghiere e sgassate accompagnato da una colonna sonora rumorosa in cui sono in tanti ad alzare il livello togliendo i silenziatori alle marmitte. Un rito “on the road” nel cuore della Marsica – ANSA