TERAMO – Nella mia esperienza televisiva, esattamente nel 2013, ebbi il piacere di conoscere Osvaldo Boni, uno di quei nomi che negli ambienti dell’etere, anche extra abruzzese, si era sentito nominare almeno una volta nella vita. Ci conoscemmo nella “sua” TV Centro Marche, a Jesi e nacque da subito un gran bel rapporto che, a distanza di 9 anni, nonostante la mia strada abbia variato percorso, è restato intatto.

L’ing. elettronico Osvaldo Boni, 70 anni, da capitano dei carabinieri, nel settembre del 1979 entrò a far parte del mondo televisivo privato e, da direttore poi storico, resterà al suo posto per 43 anni, fino a ieri, quando ha tagliato il traguardo della pensione, nell’ultimo giorno lavorativo. E’ stato lui ad informarmi della cosa, dedicandomi poche righe che conserverò gelosamente con me.

Fare televisione nelle Marche è come gestire un’impresa di frigoriferi in Alaska – mi disse tanti anni fa – e, quindi, per raggiungere un equilibrio stabile bisogna ampliare l’offerta trovando segmenti particolarmente interessanti che si integrino all’attività“.

Lui c’è riuscito perché è stato un vulcano di idee, mettendole in pratica nella maniera migliore; ha saputo apprezzare con naturalezza il lavoro altrui e quando l’allora neonata Super J, nel 2014, riuscì a produrre per la prima volta in quella regione la trasmissione calcistica “Marche d’Eccellenza“, irradiandola sul lontanissimo lcn 603, ne comprese immediatamente l’importanza e, pur non amando particolarmente lo sport, la fece sua, programmandola in replica il lunedì in seconda serata. Ricordo ancora una sua telefonata: “Non dovrei dirtelo, ma sappi che la vostra produzione, ieri, mi ha salvato la giornata, con indici di ascolto (che ancora conservo – ndr -) altissimi“.

Il fatto che da ieri non si occuperà più di televisione, un po’ mi rattrista, ma credo proprio che qualche salto in redazione continuerà a farlo: chi ama quel lavoro non potrà mai abbandonarlo.

Voglio salutarlo caramente: “Direttore, sei tra le persone migliori che abbia conosciuto nella giungla delle tv…” e mi piace riportare alcuni dei suoi concetti, molti dei quali potrebbero fare giurisprudenza nell’etere privata,,,

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“Stiamo vivendo una fase inedita, caratterizzata da varie criticità che s’intrecciano tra cui una crisi strutturale drammatica causata dal blocco delle attività economiche.
Abbiamo vissuto, spero superato, un periodo in cui sono prevalse valutazioni così generiche e sommarie da far sospettare che l’intento fosse quello di ingenerare discredito e non di fare chiarezza e di concerto risolvere i problemi.

A mio giudizio, la presenza di sindacati con annesse iniezioni ideologiche si è rilevato incompatibile con la ns particolare realtà che deve contare su stati d’animo positivi e costruttivi.

Non penso che si rinsavisca per decreto o riunione, ma per volontà ed onestà, acquisendo un rinnovato senso di responsabilità verso l’interesse della società e pertanto di tutti.

In un contesto così difficile, in una regione (Marche – ndr -) in cui far televisione è pressoché impossibile, ritengo che per poter ottenere risultati che garantiscano continuità e successo, liberando valore, sia indispensabile che l’editore abbia una visione molto strategica, capace di coniugare gli obiettivi di business con la volontà di offrire alla ns. regione un’informazione indipendente, e che lo stesso editore possa contare su persone intenzionate a sviluppare e migliorare le proprie professionalità affrontando questa nuova sfida con entusiasmo e voglia di mettersi alla prova.
Sono convinto che a fare la differenza non siano solo gli investimenti e la tecnologia, ma soprattutto le persone.

Mi scuso per questo mio “manifesto” ma posso anticiparvi ed assicurarvi che i risultati aziendali possono consentire il raggiungimento di obiettivi quantitativi e qualitativi tali da consentire l’autonomia gestionale” (Osvaldo Boni)