TERAMO – Dal 27 giugno 2022 il licenziamento ha avuto effetto e le lavoratrici e i lavoratori della Atr Group di Colonnella, l’azienda che si occupa di composite in carbonio, hanno cessato definitivamente il loro rapporto di lavoro, dopo anni di tribolazioni.

Due fallimenti, fronteggiati da una cassa integrazione vitale da una parte per la sopravvivenza delle maestranze e allo stesso tempo necessaria per prendere tempo e tentare una via alternativa, attraverso l’attivazione di politiche industriali e sinergie più volte sollecitate, che purtroppo non c’è mai stata. Dopo le scellerate gestioni imprenditoriali, da noi sempre denunciate per tempo, sono arrivati i fallimenti (tra l’altro l’unico caso in Italia, in cui il secondo fallimento si è aperto prima che si concludesse il primo). Da lì scioperi, presidi, assemblee, cortei, sit in, tavoli istituzionali a tutti i livelli: noi ce l’abbiamo messa tutta. Con le lavoratrici e i lavoratori abbiamo urlato quanto sarebbe stato vitale per il territorio e per le maestranze stesse il rilancio della ATR. Abbiamo combattuto contro una classe politica, di tutti i livelli e tutti i colori, che ha dimostrato solo incapacità di risolvere e indifferenza verso una intera vallata, verso gli uomini e le donne che hanno lottato per mantenersi un lavoro.

Con la chiusura definitiva dell’Atr non muore solo un marchio storico e di lustro per questa Regione, ma muore definitivamente la speranza che in questo paese si può vivere lavorando. “Anche se vi credete assolti, siete per sempre coinvolti” – Le Segreterie Provinciali di Teramo FIM, FIOM, UILM