TERAMO – Fissata al 20 giugno l’udienza dinanzi al Giudice del Lavoro per la vicenda relativa alle professioni economiche orizzontali all’interno del Comune di Teramo.

L’Ente si è recentemente costituito in giudizio attraverso una delibera di Giunta nella quale si dispone di dare l’incarico difensivo ad un legale esterno, fissando un tetto massimo di spesa pari a 10.000 euro.

La vicenda: i sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil contestano una presunta condotta anti-sindacale da parte del Comune nei confronti dei dipendenti. Per le organizzazioni sindacali la percentuale dei beneficiari doveva essere contrattata, accusando il Comune di essere arrivato ad una percentuale del 49% degli aventi diritto. Gli aumenti, in pratica, riguarderebbero circa 46 dipendenti. In diversi sarebbero rimasti fuori.

Il nostro contratto integrativo decentrato – ha spiegato Alfiero Di Giammartino, segretario regionale UIL – sottoscritto nel 2018, prevedeva i criteri e anche le progressioni economiche per  63 unità di personale. Loro lo hanno interpretato diversamente. La nuova dirigente ha messo in discussione il tutto ed il contratto è stato modificato con delibera di giunta, riducendo il numero degli gli aventi diritto“.

Di Giammartino prosegue: “E’ un atteggiamento irriguardoso nei confronti dei dipendenti da parte del datore di lavoro. Si prosegue nel non voler valorizzare sia professionalmente sia economicamente chi ne ha diritto”.

Dalle parti di via Carducci invece c’è molta tranquillità. “Siamo fiduciosi sulla nostra condotta che riteniamo essere stata impeccabile“, ha dichiarato l’assessore comunale al Personale Andrea Core.