Approfittate di questi mesi per cenare con la pizza più buona dell’adriatico alla Sirenetta di Tortoreto, o pranzare con lo spaghettino con le vongole dell’improbabile chalet “Irene” . La prossima estate potrebbero non esserci più. Non le vongole, gli chalet. Accordo raggiunto nella maggioranza sulle concessioni balneari. Non si tratta, però, di una buona notizia per le circa 30mila famiglie interessate dalla misura perché quello raggiunto è un accordo ridicolo e vergognoso che crea delusione e sconcerto tra gli imprenditori balneari che lo definiscono “inaccettabile e profondamente sbagliato” e per protesta domani potrebbero chiudere gli stabilimenti.
E ha ragione il mio bagnino Pietro di Tortoreto: anticipare la scadenza delle concessioni dal 2033 al 2023 significa accorciare di dieci anni la vita delle imprese senza tenere in considerazione che dopo l’estensione delle concessioni al 2033 ci sono imprenditori che hanno aperto mutui fino al 2030. Ora, con la scadenza anticipata al 2023 rischiano di perdere l’azienda e trovarsi con i conti da pagare.
Ha ragione la Meloni e mente spudoratamente Draghi shark: non si tratta di eludere i principi europei, ma di applicare la direttiva in modo corretto pagando oggi i canoni che lo Stato fissa con un reale certezza sugli indennizzi che dovranno essere coperti da chi subentrerà nella gestione degli stabilimenti, fortemente osteggiati dalla Commissione europea fino al timore che questi non vedranno mai la luce . Che vuol dire lasciare totalmente senza tutele i concessionari attuali, che si vedranno in buona parte espropriate le loro aziende a favore delle multinazionali straniere.
Uno scenario tanto più probabile perché il governo ha già dimostrato chiaramente come la pensi raccontando agli italiani che senza le aste delle concessioni balneari sarebbero saltati 19 miliardi di finanziamenti del Pnrr. Da un governo del genere il mio bagnino Peppino del Venus di Tortoreto non può aspettarsi altro che la mazzata definitiva, e con lui decine di migliaia di imprese che rappresentano un pezzo fondamentale del nostro turismo.
Un tempo andava di moda l’esproprio proletario a vantaggio dello Stato. Ancora oggi Putin espropria le aziende che lasciano la Russia in guerra. Ora è lo Stato italiano che vara una legge che espropria i privati a vantaggio di altri privati, se più grandi e più forti grazie a una soluzione pilatesca nella quale i partiti di maggioranza hanno preferito la menzogna di un finto accordo “accordandosi” su una legge delega enorme come quella del ddl concorrenza senza inserire i termini, l’oggetto, i limiti entro cui il dlgs dovrà muoversi, quindi facendo strame dell’evidenza pubblica. Insomma, tecnicamente, si tratta di una vergognosa delega in bianco che chiamano accordo, ma meglio sarebbe definirlo “esproprio di Stato”, atto a cedere le eccellenze italiane depauperando la nostra economia e la nostra indipendenza. Come vuole l’Europa.
Ma quali sono le concessioni che le altre nazioni europee mettono a disposizione della cosiddetta concorrenza ? Quelle dei mari del nord che lavorano 1 mese l’anno ? E perché non sono state prese in considerazione le ragioni che vorrebbero tali concessioni non rientranti nel campo di applicazione della direttiva Bolkestein ? Come mai le appetibile spiagge di Spagna e Portogallo potranno godere di proroghe lunghissime senza incorrere in alcuna sanzione ? Come si può paragonare il turismo balneare italiano che ha è un unicum nel panorama europeo e mondiale – anche grazie agli investimenti sostenuti negli anni dalle imprese tipo quella di Peppino di Tortoreto e di tutta la sua famiglia – che potrebbero non riuscire a fronteggiare gli appetiti di grandi investitori stranieri aprendo uno scenario sociale catastrofico.
Quali sono gli interessi che il governo e la maggioranza intendono tutelare. Chi vuole regalare questo patrimonio del nostro turismo agli appetiti di multinazionali e grandi gruppi stranieri con operazioni predatorie mettendo subito all’asta le concessioni balneari e mettendo a rischio il futuro di 150mila persone che lavorano nel settore, in gran parte a conduzione familiare ?