TERAMO – Molte imprecisioni e tanta confusione caratterizzano l’intervento del candidato di Futuro In, teso a confutare la mia analisi sui dati certificati dal Ministero dell’Economia sui redditi Irpef.
Intanto faccio rilevare che, nel corso del 2021, l’inflazione non ha affatto superato la crescita del reddito nominale. L’incremento dell’indice dei prezzi è stato nella provincia di Teramo dell’1,3% ben inferiore, tra l’altro, alla media regionale del 2,0%. Questo dato rivaluta ulteriormente il livello di crescita reale, cioè corretta per l’aumento dei prezzi, del Comune di Teramo rispetto agli altri Comuni Capoluogo.
Dal 2018 al 2021 l’indice dei prezzi in Abruzzo è aumentato del 3,9%, ben al di sotto, in maniera evidente solo per il Comune di Teramo, del livello di crescita del reddito Imponibile Irpef.
Non sono ancora disponibili i dati del 2022, che fanno presagire una dinamica positiva degli aggregati del reddito, regionali e teramani, secondo l’ultimo rapporto Svimez, ben al disopra del pur veloce progresso dei prezzi.
E tutto questo nel corso di una delle peggiori crisi sanitarie ed economiche del secolo.
Riguardo alle politiche fatte risalire al mai troppo, a questo punto, compianto John Maynard Keynes, da quanto deducibile dai dati sopra riportati sembra che il Comune di Teramo sia stato quello che ha saputo trarre profitto meglio, in Abruzzo, da tale opportunità sia in termini di crescita che di contenimento dell’aumento dei prezzi.
Concludo con una riflessione: capisco il clima da campagna elettorale, ma allontanarsi in maniera così plateale dalla realtà di numeri, in questo caso certificati dall’Istat, rischia certamente di minare la credibilità dei candidati (non solo quelli di Futuro IN) ma soprattutto di generare confusione nell’elettorato – Il candidato consigliere Luca Malavolta, Insieme Possiamo