Una signora invia alla nostra testata una lettera. La lettera è firmata e giustamente viene pubblicata. Si chiede l’ anonimato e ci sta. E’ rivolta contro un anonimo medico della asl del centro vaccinazioni di Teramo . La leggo. Mi puzza. Sarà che quando incontro una persona che tira la pietra e butta la mano, già da quando ero piccolo, mi viene l’orticaria, e da tirargli l’orecchio.
Lo so che non si fa. Ma penso a quei vili che la faccia non ce la mettono mai; a quei bastardi che parlano male di tutti e si nascondono nell’ombra, quei viscidi che si nascondono dietro il “papà” protettore, grande e grosso e solitamente mascalzone, quei vermi celati sotto le gonne di qualcuno. Quelli che “se me lo dicevi prima”, quelli che loro non c’entrano mai. E mi si alza la pelle.
E comunque quando uno manda una lettera “contro”, ma ha paura di firmare anche una semplice lettera, innocua, contro un anonimo medico, spontaneamente non ci credo. E infatti anche ieri, leggendo l’indignazione anonima, di una signora anonima, contro un medico anonima, non ci ho creduto e ho voluto scoprire le carte andando direttamente alla fonte, all’hub dell’università, per sentire la versione di chi era presente.
Inutile dire che la versione è completamente diversa, testimoniata da più persone, e che sia nel box di presa dei dati che –a maggior ragione – nel box di inoculazione del vaccino è giusto che ci sia un paziente per volta .
E soprattutto che in determinate strutture è importante che le regole si rispettino perché altrimenti il servizio diventa un bordello.
Quello che ho visto è un centro che funziona. Senza fila. Con posti a sedere per gli anziani. Personale asl educato. Volontari gentili. Ho visto, fotografato e filmato una struttura che funziona.
Ora se volete parlare male perché è di moda, allora fate pure. Ma sputare addosso a qualcuno, pur anonimo, quindi sputare addosso ad un sistema, non ci sto. Anche perché questa volta, finalmente, il servizio ha iniziato a funzionare.
Molto molto meno bene, anzi molto male funziona la piattaforma della Regione Abruzzo dove la manifestazione di interesse alla vaccinazione anti Covid-19 è si consentita ai familiari dei disabili ai sensi della legge 104, ma NON ai conviventi delle persone affette da alcune patologie tra quelle individuate nella Categoria 1, Tabella 1 del Decreto del Ministro della Salute del 12 marzo 2021 (Approvazione del Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2) tra cui malattie neurologiche; malattie autoimmuni – patologia oncologica; trapianto.
Inutile dire che l’assessore Verì è informata ma non ha fatto nulla contro questa gravissima limitazione alla possibilità di prenotazione che è incompatibile con quanto previsto dal piano nazionale dei vaccini, nonché – in teoria – dal programma regionale allegato alla DGR 173/2021, che inserisce i “familiari conviventi, caregiver, genitori/ tutori/” delle persone con elevata fragilità tra le categorie prioritarie nella somministrazione vaccinale.
In questo momento di emergenza sanitaria nazionale, per garantire la più completa sicurezza e protezione ai soggetti estremamente vulnerabili, che hanno patologie critiche e di elevata fragilità, occorre tutelare chi li circonda nel proprio ambiente familiare ed è dunque assolutamente necessario che ogni centro vaccinale della Regione Abruzzo aggiorni immediatamente la piattaforma per la manifestazione di interesse alla vaccinazione, inserendo tra le categorie di priorità nella prenotazione della vaccinazione anche le persone conviventi con soggetti ad elevata fragilità.
Leo Nodari