Racconta Tito Livio come i romani, afflitti da una pestilenza che faceva molte vittime e che non si riusciva a debellare, decisero di offrire agli dei oltre ai soliti ludi gladiatorii o i ludi circenses i ludi scaenici, che altro non erano che gare di recitazione tra gruppi o singoli attori. Questi avvenivano ovviamente all’interno dei teatri che, dapprima edificati in legno, all’incirca dopo l’anno 50 a.C. venivano edificati in pietra, così da renderli idonei ad ospitare un numero maggiore di persone.
Il teatro romano di Teramo è uno dei primi teatri edificati con la nuova architettura, con la capacità di ospitare un pubblico di almeno tremila persone, raccontano. Gli anni lo hanno trasformato in rovina, ma da tempo si sta pensando di restaurarlo, cosa non facile e nemmeno agile, viste le costruzioni successive che ne hanno un po’ costretto e invaso lo spazio originale.
Se fosse stato già restaurato ora potremmo assistere a nuove recitazioni di satire, quel genere teatrale caro ai romani e a cui poi si ispireranno Varrone ed Orazio, con le quali si denunciavano e si ridicolizzavano vizi e difetti della società. Ad esempio si potrebbe creare una maschera con le sembianze di Draghi che, preoccupato per l’attuale Pandemia, e per la carenza di vaccini, apprende da una spiata che ad Anagni sono imboscate 28 milioni di dosi. Subito ne ordina il sequestro; ma ecco entrare in scena la maschera di un sottosegretario UE che dice:
-Fermati, non puoi farlo! In Europa non siamo d’accordo!
-Se aspettiamo ancora, la Pandemia finisce prima di trovare l’accordo! Con un numero infinito di decessi, specialmente tra gli anziani.
-Meglio: così avremo risparmiato un mucchio di euro!
-Sui vaccini?
-No, sulle pensioni!
Risata del pubblico. Risata “amara” del pubblico, se il teatro fosse funzionante. Per fortuna il progetto di recupero del teatro non è ancora partito.
di Pasquale Felix