TERAMO – Apprendo con estremo dispiacere la notizia dello sciopero della Redazione del quotidiano Il Centro, che oggi non è in edicola, creando per ciò stesso un vulnus informativo alla comunità abruzzese.
Esprimo personalmente tutta la solidarietà ai giornalisti sia per la riduzione delle professionalità che sta subendo il
principale quotidiano regionale, sia per la rottura del rapporto di fiducia con la Direzione aziendale.
La questione non può essere derubricata ad una semplice crisi imprenditoriale perché, come è noto, lo scenario
dell’informazione abruzzese subisce da anni un depauperamento di testate, contestualmente all’espandersi del pernicioso precariato che mina alle radici l’autonomia, l’indipendenza e l’autorevolezza del giornalismo.
La politica, ad ogni livello, deve farsi carico del grido di allarme che si leva dalla categoria, perché l’informazione
professionale è il presidio della democrazia, la garanzia del pluralismo, l’argine alle derive autoritarie e il nutrimento della pubblica opinione. Se anche il principale organo d’informazione abruzzese, nel culmine della campagna elettorale regionale, rischia di menomare la certezza di un’informazione imparziale, corretta, plurale e completa, ciò indica che occorre intervenire con strumenti legislativi per riaffermare la natura di servizio pubblico del giornalismo e l’imprescindibilità di tale servizio pubblico per la salute democratica e per la sopravvivenza stessa della Repubblica.
Lo scrivente, da genuino liberale, è sempre stato dalla parte della libertà di impresa, ma se l’esercizio autonomo di una simile attività economica (mi riferisco ovviamente alla carta stampata, considerato che il quotidiano Il Centro è di proprietà privata) non dovesse garantire margini di utilità o quantomeno il pareggio di bilancio, ciò nondimeno occorre approntare ogni mezzo politico-legislativo di sostegno che garantisca sia l’esistenza della libera informazione e sia l’autonomia e l’indipendenza dei giornalisti.
Per essere chiari, una questione così rilevante dev’essere in cima alle priorità del prossimo Consiglio Regionale, al pari del Parlamento Italiano e del nuovo Parlamento Europeo (che si rinnoverà fra tre mesi), perché l’indebolimento dei presìdi democratici è un segnale di regresso civile che non può essere in alcun modo consentito.

Il Candidato Consigliere Regionale
Dodo Di Sabatino