“L’Abruzzo premia Bonaccini e all’Assemblea nazionale del PD elegge 6 dei suoi candidati sostenitori su 11 in totale, si tratta di Francesca Sborgia, Gianni Cordisco, Francesca Buttari e Antonio Caroselli per Chieti-Pescara e Ermanno Natalini e Manuela Candelori per L’Aquila-Teramo. La sua vittoria nella nostra regione è netta sia nei circoli, sia alle primarie e certifica una controtendenza rilevante rispetto al dato nazionale, di cui è indispensabile tenere conto, perché in linea con i risultati dei congressi nazionali che hanno preceduto le primarie e che rappresentano le posizioni degli iscritti al partito”, così la vicesegretaria regionale PD Chiara Zappalorto.
“Un risultato non casuale, quello che abbiamo riscontrato in Abruzzo e che deriva da un radicamento sul territorio che per noi non è mai mancato, scaturito dal confronto costante con le persone e da una rappresentatività sui territori da parte di chi ha animato il dibattito congressuale per l’area del presidente dell’Emilia Romagna – riprende – Ora serve una riflessione profonda in seno al PD abruzzese che ha molto da ricostruire, alla luce di questi risultati, ma senza dimenticare quelli delle politiche di settembre e di alcune amministrative, perché si ragioni a un cambiamento vero e profondo e non ci si attesti vittorie che non parlano a tutti e, soprattutto, non rendono giustizia alla realtà. Serve un evidente rinnovamento che sì, “parta da noi” ma dal noi dei territori, perché troppo spesso è prevalsa la logica dell’esclusione e non dell’allargamento del campo, sia nel partito, sia nella coalizione. Una logica che, invece, con Bonaccini segretario sarebbe stata forte ed incisiva, insieme a profonda azione di rinnovamento interno e che con la Schlein alla guida non è così scontata, ma che auspichiamo.
Dunque, si devono aprire le porte del partito, ragionare davvero sul campo largo, per accogliere amministratori locali, militanti, simpatizzanti che vivono ogni giorno il nostro Abruzzo, che portano avanti idee nuove e un’esperienza utilissima alla nostra causa. Serve una squadra motivata e che sia anche forte e coesa, perché dovrà guidare il partito verso le elezioni regionali del 2024, per cui si rende ora più che mai necessaria una scelta condivisa dei candidati e soprattutto del candidato presidente, per cui dovremo chiamare nuovamente in causa la comunità allargata attraverso le primarie, in modo che la scelta sia corale e non venga decisa da pochi.
L’auspicio, che noi promuoviamo e che alla prima occasione utile manifesteremo anche alla nuova segretaria, con la quale siamo disponibili a lavorare attivamente, è che si avvii subito una fase di rinascita collettiva basata sul confronto diretto e che si superino le dinamiche autoreferenziali che ci hanno nuociuto fino a oggi, coltivate attraverso articoli e post sui giornali e sui social, critici verso chi, pur compagno di partito, ha fatto altre scelte congressuali, con il rischio che la peggiore opposizione arrivi dall’interno del gruppo dirigente. Dobbiamo trovare il coraggio di lavorare a un percorso davvero unitario, perché la sfida che ci aspetta riguarda tutti e investe la sanità, il PNRR, le infrastrutture, il turismo, i diritti: temi fondamentali per il nostro Abruzzo, su cui come Partito Democratico dovremo costruire una proposta forte, per tornare a vincere e a governare le comunità e il Paese”.