L’AQUILA – “Non c’è nessuna operazione verità che arriva oggi da parte dell’onorevole Luciano D’Alfonso, perché già il 25 novembre scorso il Dipartimento Sanità aveva scritto al deputato ricostruendo con chiarezza e onestà quanto avvenuto”. Lo puntualizza l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, intervenendo sulla vicenda del Bando ricerca finalizzata 2021, dal quale sono stati esclusi gli unici 3 progetti abruzzesi (sui 12 presentati nella prima fase) giudicati ammissibili alla cosiddetta ‘fase di triage’ (nella quale viene valutata l’ammissione all’effettivo finanziamento degli stessi) dal Ministero.
L’assessore ripercorre ancora una volta quanto accaduto e già riferito all’onorevole D’Alfonso. I progetti ammessi alla prima fase della procedura non sono stati certificati per la seconda volta per un motivo semplice: l’assenza dal servizio, per gravi motivi familiari, dell’unico funzionario abilitato a seguire questo tipo di procedimenti, che prevedono un iter complesso e articolato. “Appena rientrato – spiega ancora la Verì – lo stesso funzionario, di concerto con il Dipartimento, ha presentato istanza al Ministero per chiedere una riapertura dei termini, alla luce delle motivazioni che avevano impedito la seconda certificazione degli elaborati. Richiesta, però, alla quale finora gli uffici ministeriali non hanno dato seguito”.
“Siamo rammaricati per quanto accaduto – conclude l’assessore – e abbiamo grande rispetto e considerazione del lavoro dei ricercatori e di tutti gli operatori che presentano progetti innovativi per la sanità. Ogni giorno, nel nostro Dipartimento, si tengono riunioni e tavoli tecnici con gli attori del sistema sanitario regionale, le cui idee rappresentano un patrimonio irrinunciabile per migliorare sempre di più servizi e assistenza. Non voglio però sentir parlare di sciatteria e di disordine istituzionale da parte del (poco) personale del mio Dipartimento, che per 2 anni e mezzo ha gestito con professionalità e abnegazione tutte le fasi della pandemia, sottraendo tempo ai propri affetti familiari anche di notte o nei giorni festivi. E’ capitato un errore, ci dispiace, ma che certamente non è frutto di dolo, colpa o tantomeno di scarsa attenzione”.