TERAMO – Era bello come un dio greco. Si chiama Carmelino, ma era per tutti Lino, il cognome Bonnici.

Faceva il portiere di calcio ed esordì nel Teramo domenica 6 dicembre 1953, nella partita Penne-Teramo, nel Campionato di Promozione Abruzzese 1953-54. L’incontro finì con una sconfitta di misura dei biancorossi, 1-0. Lino, era stato prelevato dall’Ursus di Pescara perché era piaciuto al presidente Giuseppe Gadaleta e soprattutto al vice presidente Giuseppe Caporale, sebbene nella stagione precedente, all’ottava di ritorno, domenica 5 aprile 1953, tra i pali dell’Ursus al “Comunale” di Teramo avesse incassato dalla squadra teramana ben cinque reti, due doppiette di Rofi e Lanciaprima e una rete di Gamberini.

Quella domenica del suo esordio, Bonnici prese tra i pali il posto di Bertocchi, che era stato schierato dall’allenatore Agostini nelle prime sette partite di campionato, ma che era stato squalificato. Il nuovo portiere mantenne inviolata la propria porta fino a due minuti dalla fine, riuscendo perfino, al 5’ del primo tempo, a stregare il pennese Colangelo, inducendolo a tirare a lato un calcio di rigore. Al 38’ del primo tempo i teramani riuscirono addirittura a segnare, ma il goal fu ingiustamente annullato per fuori gioco dall’arbitro Vernacotola di Sulmona. A battere Bonnici, assicurando la vittoria alla propria squadra, fu in contropiede il neo acquisto dei locali Panzoni e il portiere teramano nulla poté fare per evitare la rete. Bertocchi si riprese il posto tra i pali fino alla quarta del girone di ritorno e alla quinta, domenica 14 marzo 1954, il nuovo allenatore Stua, che aveva preso il posto dell’esonerato Agostini, gli preferì Bonnici. Lino però dovette subire tre goal a Termoli e poi la domenica successiva due a Celano. Seguirono due partite senza incassarne una: giovedì 31 marzo 1954 nel recupero della quattordicesima giornata di andata e la domenica successiva, 4 aprile 1954, in casa con il Penne, battuto 3-0.

Alla nona giornata di ritorno, domenica 11 aprile 1954, purtroppo uno scatenato Giulianova, uno dei migliori della storia del calcio giuliese, quello dell’allenatore giocatore Valeriano Ottino, costrinse ben cinque volte Lino Bonnici a chinarsi per raccogliere il pallone nella propria porta, tre volte nel primo tempo, su tiri di Magheri, dello stesso Ottino e ancora di Magheri, e due nella ripresa, su tiri di Ghinazzi e ancora di Ottino. Bonnici giocò tutte le altre partite del campionato, totalizzando complessivamente 13 presenze, contro le 16 di Bertocchi. La stagione successiva partì titolare con il nuovo allenatore giocatore Spartaco Bulgarelli e lo restò sempre, e fu quello il campionato della promozione in IV serie, totalizzando 28 presenze, diventate poi 6 nel campionato di IV serie 1955-56 e 2 nel campionato di quarta serie 1957-58.

Da giocatore, bello come un dio, conquistò il cuore e non solo il cuore delle donne teramane, senza marito e maritate, ma chi riuscì a conquistare il suo cuore sposandolo e facendolo diventare padre di due ragazze belle come lui fu Maddalena Castelli, la figlia di Don Venanzo. Dal 1° ottobre 1963 fu commissario straordinario del Teramo, subentrato nell’incarico a Gustavo Bellini, per cedere poi la dirigenza a un comitato di reggenza costituito da Profeta, Bellini, Cioschi e Matriciani. Lino, bello come un dio, come tutti i giovani e belli era caro agli dei. E il destino se lo portò via una notte di anticipata dolce vita, sulla costa adriatica, a bordo della sua spider sulla quale gli era compagna di divertimento un’avvenente e giovane ragazza, che gli era vicina di quel tratto della sua troppo breve vita, in un incidente stradale che lo vide perire come un eroe omerico.

Lo piansero la moglie, le figlie, gli amici e i suoi ex compagni di squadra, per i quali era stato un mito inarrivabile per la plasticità e l’eleganza dei suoi voli tra palo a palo.