In merito al rinnovo del Consiglio di Amministrazione dell’Ente Porto di Giulianova interviene con una nota a Consigliera di Parità della Provincia di Teramo che, tra le varie funzioni attribuitele dal Decreto Legislativo n. 198 del 2006, annovera anche quella di rilevare delle situazioni di squilibrio di genere, al fine di svolgere le funzioni promozionali e di garanzia contro le discriminazioni.
“Il mio intervento – afferma la Consigliera di Parità Monica Brandiferri – si rende necessario in seguito alla costituzione del nuovo CDA e alla conseguente mancata designazione di una componente femminile in seno al suindicato organo rappresentativo dell’Ente Porto di Giulianova.
E’ opportuno rammentare quanto previsto dalla legge 120/2011 che riserva “al genere meno rappresentato, per il primo mandato in applicazione della legge, una quota pari almeno a un quinto degli amministratori e dei sindaci eletti”, eha esteso l’applicazione delle disposizioni previste anche alle società, costituite in Italia, controllate da pubbliche amministrazioni.
L’obiettivo della normativa sulle quote di genere consiste nell’introdurre un sistema teso ad assicurare l’avvio di un necessario cambiamento che, se lasciato alle prassi e alla totale libertà dei soggetti, rischierebbe di realizzarsi in tempi assai lunghi e, francamente, inaccettabili. Per questo si è pensato di riservare una quota di rappresentanza alla componente femminile.
Negli ultimi giorni si sono registrate polemiche in merito alla designazione dei componenti del rinnovato CDA dell’Ente Porto di Giulianova, sfociate anche in interventi sugli organi di informazione che hanno coinvolto non solo le istituzioni territoriali che si occupano di parità di genere ma anche i rappresentanti politici. Lungi dal voler interferire in dinamiche che nulla hanno a che vedere con lo svolgimento delle mie funzioni, ad ogni modo, tenendo fede alla facoltà conferitami di promozione dell’attuazione delle politiche di pari opportunità da parte dei soggetti pubblici e privati che operano nel mercato del lavoro, ritengo assolutamente auspicabile l’assegnazione di una quota del CDA ad una rappresentante femminile attraverso le modalità ritenute opportune dai soggetti interessati”.