TERAMO – Stefano Ciccone, Formatore Sociologo fondatore di Maschile Plurale, torna a Teramo per dare corpo al Progetto del Centro di cultura delle donne Hannah Arendt “Educare al rispetto delle differenze – Laboratori di formazione nelle Scuole Superiori e nell’ Università per decostruire gli stereotipi di genere, eliminare le discriminazioni e la violenza maschile sulle donne”. Il Progetto partecipa al Bando della Fondazione Tercas sul tema della parità di genere e della lotta alla cultura della prevaricazione maschile e al fenomeno della violenza di genere.

Le attività laboratoriali hanno l’obiettivo di formare ed educare le giovani generazioni di ragazze e ragazzi alla parità di genere e al rispetto delle differenze attraverso la decostruzione dei modelli culturali che strutturano in maniera gerarchica il rapporto uomo-donna, i quali sono strettamente collegati alla violenza sulla donna in tutte le sue forme, come recita nelle sue Premesse la Convenzione di Istanbul. Il ruolo della scuola è ritenuto determinante dalla stessa Convenzione, la quale ribadisce la necessità di includere nei programmi scolastici materiali didattici sul tema dell’educazione di genere e di promuovere tali principi anche nell’istruzione non formale.

Obiettivo dell’intervento è produrre una comunicazione più adeguata che superi limiti e stereotipi delle attuali strategie comunicative dominanti sul tema e affrontare in modo più adeguato le diffuse resistenze che le attività di sensibilizzazione incontrano da parte delle ragazze e dei ragazzi. Prioritariamente si intende valorizzare il loro desiderio di cambiamento, evitando un approccio meramente normativo o, peggio, colpevolizzante. La violenza è considerata parte di un ordine tradizionale che impone ruoli e modelli di genere stereotipati. Per questo ragazze e ragazzi verranno condotti a una maggiore consapevolezza per “trasgredire la cultura della violenza”.

I LABORATORI

saranno condotti da Stefano Ciccone, Formatore, Sociologo fondatore della Rete Maschile Plurale e da Guendalina Di Sabatino, Presidente Centro H. Arendt, con la partecipazione delle studentesse e degli studenti universitari

– 29 Ottobre Laboratorio student* UDU Università degli Studi di Teramo -Aula 10 – Polo Didattico “G. D’Annunzio”- Campus di Colleparco – Teramo

– 5 Novembre Laboratorio student*Liceo Scientifico “M. Delfico” – Piazza Dante -Teramo

– 8 Novembre Laboratorio student* Liceo Statale “G. Milli” – Via Carducci – Teramo

– 29 Novembre Laboratorio student* Liceo Scientifico “A. Einstein” – Viale Bovio – Teramo

Il presupposto metodologico attraverso cui si svilupperanno le attività è quello dell’educazione fra pari e più in generale delle modalità interattive ed esperienziali di coinvolgimento dei/delle giovani partecipanti.

Temi come gli stereotipi di genere, il sessismo, l’omofobia, le diverse forme di violenza, fortemente connessi al retaggio culturale, più che essere spiegati attraverso definizioni teoriche, saranno proposti attraverso attività che porteranno i partecipanti ad elaborare un proprio costrutto e a confrontarsi con gli altri. L’apprendimento avverrà attraverso una fase attiva, in cui gli adolescenti saranno parte del processo e avranno la possibilità di scambiarsi opinioni e discutere tra loro su aspetti rilevanti della loro vita. L’attivazione delle ragazze e dei ragazzi sarà incentrata sul confronto con alcune rappresentazioni stereotipate e con alcune reazioni che più frequentemente si osservano, sollecitandone la lettura critica. Si faranno dunque emergere “complicità” e resistenze su cui svolgere un lavoro di consapevolezza teso ad assumere gli strumenti che consentono di sollecitare un dialogo con i propri pari. Ogni laboratorio vedrà la partecipazione di una classe e di circa cinque studenti universitari, stimolando un confronto tra generazioni diverse.

L’esperto lavorerà sulle competenze trasversali ed empatiche dei giovani quale presupposto attraverso cui le/i ragazze/i possano essere protagonisti della vita sociale, oltre che dare le informazioni di base sul tema oggetto dell’intervento, nel nostro caso la violenza di genere e gli stereotipi di genere, omofobia.

Al centro dell’intervento c’è la scelta metodologica e la premessa analitica di individuare la violenza di genere come fenomeno che chiama in causa innanzitutto gli uomini in quanto autori e detentori di una posizione di potere e privilegio.