TERAMO – Il Commissario Pietro Di Stefano si presenta, affondando subito sull’ormai ex Segretario del Partito democratico, Gabriele Minosse. Parla di mancato rispetto e di “speculazioni narcisistiche”: un incontro con la stampa e con i tesserati è quanto voluto dallo stesso Di Stefano, questo pomeriggio nella sede di Corso de Michetti, per dare un’immediata risposta alla conferenza degli “scissionisti”. Il Commissario ha anche dettato i tempi del suo lavoro: congresso entro Natale. Al suo fianco un gruppo di lavoro, supportato da giovani.
Nota stampa del Partito democratico
“Ho ritenuto opportuno e doveroso presentarmi al partito e al territorio, non tanto per rispondere al fuoco polemico e irriguardoso di questi giorni; chi ha voluto incendiare non è al centro delle nostre preoccupazioni, a costoro io dico di avere rispetto delle persone e dei nostri dirigenti, perché la politica non è autosufficienza e neppure prepotenza. L’ho ritenuto opportuno per spiegare e comunicare il senso della decisione presa in modo unanime dalla Direzione Nazionale del partito allorquando ha deciso il Commissariamento della Federazione Provinciale di Teramo”: lo ha spiegato in conferenza stampa a Teramo Pietro Di Stefano, appena nominato commissario del Pd della provincia di Teramo dalla Direzione nazionale del partito.
Di Stefano ha sottolineato che “il popolo del centrosinistra della Provincia di Teramo è uno straordinario patrimonio per le forze progressiste dell’intero Abruzzo, lo dice la sua storia e il livello di sviluppo improntato ad operosità, lungimiranza, modernità e serietà. Di questo sviluppo il centrosinistra è stato tra i principali protagonisti, dove ha saputo interpretare i sogni e i bisogni e, con intere generazioni di amministratori locali, li ha fatti diventare realtà”. Tuttavia, ha spiegato l’ex assessore alla Ricostruzione del Comune dell’Aquila, “da qualche tempo il Pd era curvo su se stesso, corroso da divisioni interne che ne depotenziavano l’azione e al contempo si assisteva ad abbandoni reali o silenziosi di militanti che ne avevano caratterizzato la vivacità e la presenza politica sul territorio. Anche le performance elettorali sono state in linea con questo stato di cose: uniche eccezioni hanno riguardato Teramo e Pineto, trascinate dalla statura e personalità dei candidati Sindaco. Tutto ciò – ha detto Di Stefano – doveva essere ben noto al segretario Provinciale che, tra l’altro, ha da tempo dichiarato la volontà di lasciare stabilendo lui i tempi. In un partito serio, quando si manifesta pubblicamente la volontà di lasciare per poi trasmigrare in altri partiti, si è già di fatto operata una separazione politica, emotiva e sentimentale con la gente del partito. Non è accettabile che in quel posto poi si voglia restare con la pretesa di dettare i tempi ma in realtà prendendolo in ostaggio”.
Il commissario del Pd della provincia di Teramo ha spiegato poi che “questa situazione, diversamente, è stata nota alla Direzione Nazionale che non ha avuto giustamente remore ad attivare, anche se a malincuore, le norme statutarie per superare rigidità e pretesti inaccettabili ai più. Compito del Commissario è ridare agibilità politica all’intero partito, intervenire nelle aree di crisi con i poteri che gli derivano dall’incarico, verificare lo stato del tesseramento e portare il partito provinciale nel più breve tempo consentito al congresso per l’elezione del nuovo segretario e dei nuovi organismi dirigenti”.