GIULIANOVA – La tragica vicenda del giovane Patrik Guarnieri, morto nel carcere di Castrogno nel giorno del suo ventesimo compleanno ha sconvolto e indignato non solo il territorio teramano ma tutta l’Italia. Accanto alla famiglia  numerosi cittadini, associazioni, professionisti ed esponenti della politica. Nella giornata del 25 maggio anche il prof  Vittorio Sgarbi si è recato a Giulianova presso l’abitazione della famiglia Guarnieri per portare le sue condoglianze e, unitamente al suo staff si e’ reso disponibile per far sì che il caso venga discusso con un’interogazione presso il parlamento europeo il 15 Luglio.

Ricordiamo che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha emesso un’importante ammonizione nei confronti dell’Italia riguardo alle condizioni carcerarie nel Paese. Secondo la Corte, le prigioni italiane sono afflitte da sovraffollamento e carenze strutturali e sanitaria che violano i diritti umani dei detenuti.La capacità e sulla volontà del governo italiano di attuare riforme Tale ammonimento rappresenta  la necessità urgente di riformare il sistema carcerario del Paese per garantire il rispetto dei diritti umani. “In carcere? Una strage – dice Adele Di Rocco, Presidente del Coordinamento Codice Rosso –  La procura di Teramo ha aperto un’inchiesta, tuttora in corso. Ci sarebbero elementi critici: in primis c’è da dire che Patrick per aver violato l’obbligo di dimora è stato mandato in carcere.  Di solito in questi casi, come il suo, si va ai domiciliari prosegue- Il ragazzo aveva un disagio grave adesso si tratta di capire se c’era compatibilità tra la situazione in carcere e le cause della sua morte”.