TERAMO – Lo scorso 24 maggio presso la Camera di Commercio si è svolta un’iniziativa di sensibilizzazione promossa dal Sindaco Gianguido D’alberto sul futuro della stessa CCIAA di Teramo, alla luce del percorso di fusione avviato nel 2015 ed arrivato oggi ad una fase decisiva per definire le prospettive future.

Tale iniziativa è risultata di vitale importanza per conoscere la posizione di tutti i soggetti in campo e per definire le priorità di azione e di intervento, alla luce di un panorama normativo e giurisprudenziale in continua evoluzione. Molti sono stati gli aspetti che hanno trovato la perfetta convergenza di intenti da parte di tutti gli attori istituzionali, a cominciare dalla necessità di sospendere il percorso di fusione tra le CCIAA di Teramo e dell’Aquila, poiché in una fase assai complessa come quella che vive il nostro territorio, duramente provato dalla lunga crisi economica e dalle ripetute calamità naturali degli ultimi anni, l’eliminazione di un ulteriore presidio istituzionale sul territorio avrebbe conseguenze drammatiche sotto il profilo economico e sociale.

Il Sindaco Gianguido D’alberto, intervenendo sull’argomento, ha dichiarato: “Non si tratta di una visione campanilistica, ma di una visione strategica che bisogna avere per permettere alla nostra Provincia, al tessuto economico e produttivo del nostro territorio, di poter tornare a rialzare la testa dopo anni davvero difficili. Teramo è stata depauperata in questi anni di molti dei presidi istituzionali che avevano caratterizzato la ramificazione istituzionale e paraistituzionale dello Stato sul territorio: ora sento la necessità come Sindaco e come teramano di dire basta.

Nel caso concreto della CCIAA, poi, ritengo che le condizioni e i drammatici eventi del 2016 e 2017 debbano portare ad una riflessione approfondita e a scelte ponderate e calate nella realtà: Teramo può e deve essere una delle eccezioni a livello nazionale, per cui, davanti ad un generale riordino delle Camere di Commercio, viene annullato qualsiasi percorso di fusione che riguardi il nostro territorio provinciale, il quale, è utile ricordare, ad oggi risulta inserito in larghissima parte all’interno dei crateri sismici del 2009 e ancor più del 2016.

Per questo motivo ho ritenuto doveroso svolgere l’iniziativa in Camera di Commercio lo scorso 24 maggio, e successivamente interessare della questione il Ministro Di Maio e la Regione tutta, dal Presidente all’Assessore, passando per tutti i capigruppo consiliari, poiché è necessario intervenire tempestivamente: il Governo Centrale attraverso una modifica normativa già nel c.d. “Sblocca Cantieri”, la Regione attraverso una delibera che segua la strada già indicata in un caso analogo dall’Emilia Romagna.”

Sulle prospettive e sulle prossime iniziative da intraprendere, il Sindaco ha concluso: “Ho pieno rispetto per il lavoro e le scelte degli organi camerali; così come sono pienamente cosciente dell’immenso lavoro che stanno svolgendo, e per il quale meritano il ringraziamento di tutta la nostra comunità, per arrivare ad una soluzione ottimale e che tenga insieme una situazione così complessa. Ad oggi, anche alla luce del giudizio pendente davanti la Corte Costituzionale, relativo alla legittimità costituzionale di tutto l’impianto normativo inerente, sta emergendo la volontà anche da parte degli organi della CCIAA di Teramo di sospendere il progetto di fusione. Se al termine di questo percorso si dovesse pervenire alla soluzione di proseguire ugualmente verso la fusione, ritenendo questa strada la più idonea date le condizioni, farò di tutto per essere al servizio del nostro territorio. Quel che è certo, però, è la mia volontà di operare nel pieno rispetto della normativa vigente e pertanto di perseguire ogni strada, politica, istituzionale e finanche giudiziaria per far si che la sede della futura Camera di Commercio resti a Teramo, con o senza fusione, così come previsto dalla legge 124 del 7 agosto 2015 e dal decreto legislativo 219 del 25 novembre 2016.” 

 

Di seguito il documento inviato alle autorità dal sindaco:

Al Ministro dello Sviluppo Economico

on. Luigi Di Maio

Al Presidente della Regione Abruzzo

on. Marco Marsilio

All’Assessore della Regione Abruzzo

Mauro Febbo

Ai Capi Gruppo:

Abruzzo in Comune

Sandro Mariani

Fratelli d’Italia

Guerino Testa

Movimento 5 Stelle

Sara Marcozzi

Azione Politica

Roberto Santangelo

Lega Salvini

Pietro Quaresimale

Partito Democratico

Silvio Paolucci

Forza Italia

Umberto D’annuntis

Legnini Presidente

on. Giovanni Legnini

UDC-DC

Marianna Scoccia

Al Presidente della CCIAA di Teramo

Gloriano Lanciotti

All’Assessore Attività Produttive del Comune di Teramo

Antonio Filipponi

Al Presidente della Provincia di Teramo

Diego Di Bonaventura

Al Commissario ad Acta

Lorenzo Santilli

OGGETTO:  Nota del Sindaco di Teramo a sostegno della CCIAA  di  Teramo.

Gentili Ministro, Presidente della Regione , Presidente della Provincia, Assessore e Capigruppo della Regione Abruzzo, Commissario ad acta,

facendo seguito a quanto condiviso dal Consiglio Comunale di Teramo, e scaturito dai numerosi colloqui intercorsi con il Presidente  della locale Camera di Commercio ,  dalle riunioni sul tema all’uopo svolte con le molteplici associazioni di categoria ed  imprese di varia tipologia e natura,  sento il dovere di chiedere formalmente, a nome di un’intera comunità, che ho l’onore di rappresentare come Sindaco del Comune Capoluogo di Provincia, la sospensione del percorso sull’accorpamento delle Camere di Commercio di Teramo e L’Aquila, così come del resto richiesto dal Consiglio Camerale della CCIAA di Teramo in data 26/03/2019.

  

Tale sospensione risulta necessaria anche in ragione di un quadro normativo, attualmente  messo in discussione sul piano della sua legittimità costituzionale, e in ogni caso  in continua evoluzione, con specifica attenzione alle particolari caratteristiche morfologiche, economiche, sociali, produttive  dei territori delle province di Teramo e de l’Aquila, rese ancora più problematiche a seguito delle calamità naturali che negli ultimi anni hanno colpito i nostri territori.

Sotto il primo profilo, è utile ricordare come lo stesso T.A.R. Lazio si sia pronunciato, seppure in sede di sospensiva, con ordinanza nella quale definisce non manifestamente infondata e rilevante l’ipotesi di illegittimità costituzionale dell’articolo 10, comma 2 della legge 7 agosto 2015 n. 124 e dell’articolo 3 del decreto legislativo del 25 novembre 2016 n.219, per violazione degli articoli 5, 117 e 120 della Costituzione. Più precisamente si tratta dell’Ordinanza 3531 pubblicata il 15 marzo 2019, la prima in tal senso, che di fatto mette in discussione le disposizioni e quindi le scelte politiche a base dell’intero riordino di tutte la Camere di Commercio di tutto il territorio nazionale. È indubbio che procedere con gli atti successivi nella direzione della fusione rischia di produrre nelle more del giudizio di fronte alla Corte Costituzionale degli effetti irreversibili, con evidenti ripercussioni per l’assetto socio economico del nostro territorio, nonché palesi disparità di trattamento rispetto ad altre realtà che opportunamente hanno deciso di sospendere in questa fase tale iter.

Sebbene possa apparire superfluo, ritengo invece opportuno, a questo punto, fare un breve sunto degli infausti accadimenti che si sono abbattuti sulla provincia  di Teramo:

  • 6 aprile del 2009, in maniera di certo meno crudele, ma anche la provincia  Teramo è stata colpita dal terribile terremoto de L’Aquila,  lasciando  devastanti segni fisici  nelle “cose”e conseguenze depressive nella popolazione procurando rallentamenti nelle attività economiche, nella pubblica amministrazione e nella riarticolazione territoriale delle residenze;
  •   24  agosto 2016 e sino alla conclusione dell’anno, il territorio della provincia di Teramo ed alcuni comuni della provincia de L’Aquila, hanno subito  violente e ripetute scosse, fino ad arrivare agli eventi accaduti nella settimana dal 16 al 21 gennaio 2017, durante la quale la provincia di Teramo è stata devastata da una tempesta di neve che ha provocato morti, la perdita di migliaia di capi di bestiame, danni ingenti alle abitazioni, crollo di stalle, di serre per coltivazioni, di opifici industriali e commerciali, la chiusura di aziende soprattutto nelle aree interne, amplificando il fenomeno dello spopolamento dei centri di montagna già in atto dopo le scosse di terremoto dall’agosto in poi.

Così come ritengo necessario e doveroso, per fornirVi un quadro completo e dettagliato, riportare qui di seguito in forma integrale il documento univoco avente ad oggetto – Ordine del giorno a sostegno della CCIAA di Teramo– , in corso di deliberazione consiliare, depositato prima della pubblicazione della sopracitata ordinanza, che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale, e che  integralmente si riporta:

Premesso che: 

  • ai sensi del decreto legislativo n. 219 del 2016, le Camere di Commercio italiane sono state riformate in modo da razionalizzare e rendere più efficiente il sistema camerale;
  • sulla base della proposta di Unioncamere è stato predisposto un piano complessivo di razionalizzazione delle sedi delle singole Camere di commercio che ha previsto numerosi accorpamenti, portando da 95 a 60 le sedi a livello nazionale, salvaguardando la presenza di almeno una Camera di commercio in ciascuna Regione, sulla base dei criteri stabiliti dalla riforma;
  • per alcune di queste sedi la procedura di accorpamento è stata formalmente avviata con le deliberazioni degli organi camerali, alle quali ha fatto seguito il decreto di istituzione del nuovo soggetto giuridico da parte del Ministero dello Sviluppo economico, e in taluni casi l’iter si è perfezionato con l’insediamento del nuovo Consiglio camerale;
  • per quanto riguarda la Regione Abruzzo, in seguito alla riforma è prevista la riduzione  da 4 a 2 Camere di commercio, l’una derivante dall’accorpamento degli Enti camerali di Pescara e Chieti che ha già dato luogo alla costituzione della Camera di Commercio Chieti Pescara, l’altra frutto dell’accorpamento delle Camere di Commercio di  Teramo e L’Aquila, il cui iter costitutivo è ancora in corso;

Dato atto che:

  • il risultato al Referendum Costituzionale del 04 dicembre 2016 è stato per il 59,11% contrario compromettendo di fatto l’iter ormai avviato di molte riforme tra cui quelle delle Provincie, ed oggi, mentre si istituisce un tavolo nazionale per il loro riordino, per le quali si sente persino ventilare l’ipotesi di un ritorno all’elezione diretta, sarebbe sbagliato procedere senza rendersi conto del disegno complessivo, che rischia di mutare quotidianamente anche a causa dei numerosi ricorsi;
  • allo stato attuale vi sono già diverse richieste di ricorso accolte dal Consiglio di Stato che hanno congelato i processi di accorpamento in essere che riguardano più regioni del Paese (tra questi ad esempio l’accorpamento delle Camere di Commercio di Crotone con Catanzaro, Terni con Perugia, di Rieti con Viterbo, di Pavia con Mantova e Cremona);
  • in particolare, il 30 gennaio scorso, il TAR del Lazio – con efficacia sull’intero territorio nazionale – si è tenuta l’ultima udienza, nel merito, sul ricorso promosso dalla Camera di commercio di Pavia con la possibilità che rimetta nuovamente alla Corte Costituzionale gli ipotizzati profili di incostituzionalità degli articoli 3 del Dlgs n. 219/2016 e 10, comma 2, della legge n. 124/2015 o le dedotte violazioni dei principi in materia di intesa fra Stato e regioni;
  • solo dopo 30 giorni da quella data potremo avere gli esiti; 
  • tutti i ricorsi, anche se con singole specificità, hanno però dei tratti in comune, tra cui uno relativo ad un aspetto legato alla necessità che le nuove Camere abbiano una rappresentanza equilibrata, così come prescritto dal primo decreto;
  • il concetto di equilibrio può essere messo in relazione alla rilevanza delle aziende nei singoli territori oppure legato al concetto di “equilibrio come sostanziale parità” in merito alla rappresentanza territoriale, e in questo caso il nuovo consiglio che uscirà dalla eventuale nuova Camera di Commercio di Teramo e L’Aquila pare non essere conforme a quanto previsto dalla norma;

Considerato che:

  • Le Camere di Commercio, secondo la definizione della legge di riordino n. 580/1993 coordinata con le modifiche apportate dal decreto legislativo n. 23/2010, sono “enti pubblici dotati di autonomia funzionale che svolgono, nell’ambito della circoscrizione territoriale di competenza, sulla base del principio di sussidiarietà di cui all’articolo 118 della Costituzione, funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell’ambito delle economie locali”. Sono inoltre enti autonomi, in quanto dotati di un proprio Statuto, ed indipendenti sotto l’aspetto finanziario e gestionale;
  • La Camera di Commercio di Teramo è una delle istituzioni più antiche della provincia con oltre centocinquanta anni di storia che rappresenta un esempio virtuoso di pubblica amministrazione particolarmente vocata alla semplificazione amministrativa, all’innovazione e alla qualità nell’offerta dei servizi: questo al fine di assecondare pienamente le esigenze delle imprese, che ne rappresentano il naturale referente;
  • L’Ente camerale teramano sviluppa annualmente attività di valorizzazione e promozione del sistema economico e territoriale di rilevante interesse, che spaziano dall’internazionalizzazione delle imprese alla diffusione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, dal sostegno alla nascita di nuove attività economiche alla promozione dell’imprenditorialità femminile, dalla  certificazione e promozione  dei prodotti tipici locali alla valorizzazione culturale, turistica ed ambientale delle eccellenze territoriali;
  • Oltre alle più “tradizionali” funzioni di natura regolatoria ed amministrativa (Registro delle imprese, tenuta di albi, elenchi, ruoli e repertori), la Camera di Commercio svolge funzioni in materia di promozione (sostegno alle imprese ed allo sviluppo dell’economia locale), nonché di analisi, di studio, e di monitoraggio volto ad assicurare una approfondita e puntale conoscenza della realtà socio-economica locale, sulla base della quale pianifica e programma azioni mirate di intervento specifiche di supporto al sistema imprenditoriale;
  • Ad esse vanno poi aggiunte le funzioni di regolazione del mercato, volte a promuovere ed a rafforzare – in particolare tramite strumenti quali la mediazione e conciliazione, l’arbitrato e la tutela dei consumatori – la trasparenza, la certezza e l’equità delle relazioni economiche tra imprese, nonché tra queste ed i cittadini;
  • La Camera di Commercio di Teramo, in collaborazione con la Prefettura, le forze dell’ordine, le amministrazioni locali e le associazioni territoriali di categoria e di tutela dei consumatori, promuove una campagna di lotta alla contraffazione e all’abusivismo commerciale, di sensibilizzazione per la diffusione di una consapevole cultura del consumo;
  • La Camera di Commercio di Teramo opera, da sempre, in stretta collaborazione con le altre Istituzioni locali per una sempre maggiore integrazione delle strategie ed interventi di marketing nonché per una continua ed efficace valorizzazione della “immagine” della nostra provincia in Italia ed all’estero;
  • L’Ente camerale teramano ha avviato da molti anni, in collaborazione con il Comune capoluogo, un percorso di analisi, di progettualità e di azioni finalizzato alla riqualificazione economica, commerciale e turistica del comune di Teramo, che ha portato tra l’altro alla redazione del Piano di marketing urbano per il centro storico di Teramo. Tale percorso di progettualità e di azioni è stato alla base della recente costituzione del Comitato Ri Nascita di cui fanno parte oltre il Comune di Teramo, la Camera di Commercio, la Provincia di Teramo, il Consorzio Shopping in Teramo centro, che sta sviluppando un articolato programma di iniziative per il rilancio dell’economia provinciale nel post terremoto;
  • La Camera di Commercio di Teramo ha un ruolo fondamentale nel migliorare la dotazione infrastrutturale del territorio, in due ambiti economici peculiari e fondamentali  quali l’economia del mare (pesca, turismo, diporto, conservazione prodotti ittici) e il turismo della montagna, partecipando direttamente alla realizzazione e gestione di importanti opere quali il Porto di Giulianova e l’ammodernamento della dotazione impiantistica della stazione sciistica dei Prati di Tivo e Prato Selva;
  • Nell’ambito di tali diversificate attività, la Camera di Commercio organizza attività formative “mirate” alle puntuali esigenze di un sistema imprenditoriale e lavorativo che ha specificità proprie rispetto alla situazione imprenditoriale regionale, oltre ad organizzare una nutrita serie di qualificati convegni ed eventi, volti a promuovere l’iniziativa economica ed imprenditoriale;

Tenuto conto:

  • Che l’attuale circoscrizione territoriale di riferimento dell’Ente camerale teramano è riferita a 47 comuni con una estensione di 1.954,38 km e poco più di 311 mila abitanti e l’accorpamento con la consorella aquilana porterà ad una circoscrizione territoriale composta da 155 comuni con una estensione di 7.001,93 km ed una popolazione complessiva di 617.804 abitanti;
  • Che la nuova circoscrizione territoriale derivante dall’accorpamento presenta una elevata eterogeneità dal punto di vista della struttura economica ed imprenditoriale ed in particolare dal punto di vista orografico. Due province, i cui capoluoghi distano sessanta chilometri, divise dalla catena del Gran Sasso d’Italia con l’unica via di comunicazione rappresentata dal tunnel del Gran Sasso, ed una distanza tra il comune più a Nord (Martinsicuro) e quello più a Sud (Castel di Sangro) di circa 200 chilometri con tempo di percorrenza superiore alle due ore;
  • Che la struttura imprenditoriale ed occupazionale della provincia di Teramo conta su 43.276 imprese iscritte e 97.154 addetti rispetto a 37.096 imprese con 74.863 addetti della provincia di L’Aquila;
  • Che il 6 aprile del 2009 la provincia dell’Aquila e, in maniera meno grave, la provincia di Teramo sono state colpite da un devastante terremoto i cui effetti sono ancora ben visibili sia nella distruzione fisica che nelle conseguenze depressive che ha causato alle attività economiche, nel rallentamento delle attività della pubblica amministrazione, nella riarticolazione territoriale delle residenze;
  • Che a partire dal 24 agosto del 2016 e sino ai primi mesi del 2017 il territorio della provincia di Teramo ed alcuni Comuni della Provincia dell’Aquila hanno subito violentemente gli effetti del terremoto dell’Italia centrale. Il risultato di tali eventi oggi si sostanzia nel diffuso spopolamento delle aree interne, con conseguente abbandono delle unità immobiliari residenziali e turistiche, nell’accelerazione del processo di ridimensionamento della base produttiva, economica e di servizio. Il comune di Teramo vive una fase di forte criticità dovuta all’elevato numero di unità immobiliari inagibili (residenziale, commerciale, pubblico), che ha prodotto a tutt’oggi 5.000 abitanti in meno nel solo comune capoluogo, una diminuzione della residenzialità a vantaggio dei comuni della costa, il depauperamento della struttura imprenditoriale, soprattutto per le attività commerciali, artigianali e dei servizi, un impoverimento della popolazione residente, dovuto anche al crollo del valore degli immobili;   
  • Che nella settimana dal 16 al 21 gennaio 2017 la provincia di Teramo è stata devastata da una tempesta di neve che ha provocato morti, la perdita di migliaia di capi di bestiame, danni ingenti alle abitazioni, crollo di stalle, di serre per coltivazioni, di opifici industriali e commerciali, la chiusura definitiva di aziende soprattutto nelle aree interne, amplificando il fenomeno dello spopolamento dei centri di montagna già in atto dopo le scosse di terremoto dall’agosto in poi;

Evidenziato che:

  • la riforma delle Camere di Commercio deve fondarsi, non sul mero ridimensionamento del numero degli Enti, ma che deve essere fatta su coefficienti di qualità e non di quantità, tenendo conto anche delle peculiarità territoriali e dell’efficienza delle camere stesse;
  • Le Camere di Commercio rappresentano oggi gli unici Enti che a livello territoriale sono in grado di rispondere in maniera puntuale ed efficiente alle esigenze di specifici settori di specializzazione, delle imprese e delle vocazioni/potenzialità di aree territoriali;
  • Le Camere di Commercio devono continuare a svolgere le funzioni per le quali sono nate, che fanno riferimento alla creazione delle condizioni ottimali per la nascita, il consolidamento e lo sviluppo del sistema imprenditoriale locale e soddisfano in maniera puntuale le esigenze delle imprese, assicurando un contatto diretto con le stesse;
  • Le Camere di Commercio hanno competenza su territori che, come accade per la provincia di Teramo, presentano una marcata differenziazione orografica (Teramo è una delle poche province italiane che ha un territorio che parte dal livello del mare ed arriva a 2.912 metri del Gran Sasso d’Italia), con una conseguente articolata specializzazione economica  che nella nostra provincia raggiunge livelli molto segmentati (agricoltura di montagna, agricoltura di collina, economia del mare, turismo montano estivo ed invernale, turismo balneare estivo, turismo ambientale, specializzazioni industriale diffusa, dall’agroindustria, al sistema della moda e dell’arredo, dall’automotive alla meccanica ed all’artigianato industriale ed artistico);

Richiamato che:

nello specifico, la CCIAA di Teramo in questi anni ha destinato risorse molto rilevanti a sostegno dei progetti di sviluppo del nostro territorio, individuando in maniera puntuale gli interventi necessari alle specificità di filiera/territorio.

il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta

a chiedere al Governo e al Presidente della Regione Abruzzo la sospensione del percorso sull’accorpamento delle Camere di Commercio di Teramo e L’Aquila. Tale sospensione deve essere finalizzata a ridiscutere l’impianto normativo, con specifica attenzione alle particolari caratteristiche morfologiche, economiche, sociali, produttive dei territori delle provincie di Teramo e de L’Aquila, rese ancora più problematiche a seguito delle calamità naturali che negli ultimi anni hanno colpito il nostro territorio.

Tutto questo credo sia a Voi sufficiente per comprendere come la posizione istituzionale che accomuna tutte le istanze del nostro territorio e di cui come Sindaco mi faccio portavoce, non  si tratti di un capriccio e non sia il frutto di una visione campanilistica. Non vorrei mai che la difesa della CCIAA di Teramo si trasformi in una battaglia politica tra opposte fazioni, ma bensì che si comprenda come essa risulti vitale per la ripresa del nostro territorio. Dopo anni in cui il nostro Comune e la nostra Provincia sono stati ridotti in ginocchio tanto da una crisi economica e finanziaria tra le più durature e drammatiche degli ultimi decenni, quanto da un susseguirsi di calamità naturali che già hanno fatto versare troppe lacrime ai teramani, stiamo faticosamente provando a rialzare la testa. La chiusura di un presidio territoriale come la CCIAA di Teramo rappresenterebbe un schiaffo fisico e morale troppo grande, per quelle piccole e medie imprese, per quei lavoratori, per quei teramani che con fatica e dignità lavorano quotidianamente per tornare a rendere grande il nostro territorio. Alla luce di tali considerazioni, appare profondamente irragionevole e grave sotto il profilo della responsabilità politica e istituzionale spogliare un’area territoriale quasi interamente inserita all’interno di un cratere sismico di una presidio istituzionale che, in sinergia con enti e associazioni, costituisce oggi, e dovrà continuare a farlo, una leva fondamentale non tanto per la rinascita, ma visti i noti ritardi della ricostruzione per la stessa sopravvivenza della nostra comunità.

A titolo esemplificativo, in allegato alla presente ritengo opportuno trasmettere altresì, la Delibera di Giunta della Regione Emilia Romagna, n.2293 del 27/12/2018, con la quale la stessa ha deliberato, al punto c) del dispositivo :

  • Di sospendere i procedimenti relativi alla Camera di Commercio Industria Artigianato  e Agricoltura  dell’Emilia in attesa che il quadro giuridico di riferimento, anche a seguito della definizione dei giudizi di merito innanzi al TAR Lazio, consenta di procedere al completamento  dell’iter amministrativo.

A dimostrazione di come scelte di questo tipo non solo siano ancora possibili, ma addirittura necessarie ed indispensabili per chi come me, come Voi, ha l’onere e l’onore di poter rappresentare i nostri concittadini, intendendo la Politica come servizio alla collettività. Abbiamo il dovere di sentirci chiamati in causa e prendere scelte conseguenti, che non finiscano con il dare l’ennesimo duro colpo a questa comunità, con il serio rischio di trasformare Teramo nella cenerentola d’Abruzzo. 

Ad una lettura attenta della normativa riguardante i percorsi di fusione delle CCIAA, appare peraltro subito evidente come il Decreto Ministeriale 16 febbraio 2017 sia viziato ed appare in contrasto con la normativa in materia, secondo i quali la sede principale della CCIAA nata dalla fusione dovrebbe essere a Teramo in ragione del peso significativamente più ampio della struttura imprenditoriale ed occupazionale della provincia di Teramo rispetto a quella della provincia de L’Aquila. Ma non vorrei fermarmi esclusivamente su questo aspetto, che pure merita estrema attenzione e un pronto intervento correttivo affinché sia rispettato quanto disposto dalla normativa nazionale. È necessario invertire la rotta, poiché negli ultimi anni abbiamo assistito e subito scelte che hanno man mano hanno spogliato il nostro Capoluogo di Provincia, e di conseguenza il tessuto economico, produttivo, sociale e territoriale che gravita intorno, di ogni centro istituzionale e paraistituzionale. Noi non saremo di certo complici di tali scelte irragionevoli.

Alla luce delle considerazioni svolte, oltre a ribadire la necessità di sospendere le procedure amministrative in corso, sul piano legislativo mi sento di proporre al Governo centrale di lavorare sin da subito ad un intervento ex lege, se possibile già nel Decreto c.d. “Sblocca Cantieri”, che permetta, tenuto conto delle difficoltà territoriali, di bloccare il percorso di fusione delle Camere di Commercio per quei territori colpiti dalle calamità naturali e sismiche, e inseriti nel cratere sismico. In questo modo si darebbe finalmente una risposta concreta, fattiva e stabile ad una richiesta di vitale importanza.

In conclusione, invito tutti Voi a leggere con attenzione quanto sopra esposto e ad agire di conseguenza, anche alla luce della iniziativa di sensibilizzazione svolta oggi 24 maggio 2019 presso la Camera di Commercio di Teramo, durante la quale tutti gli attori istituzionali hanno convenuto con le posizioni dello scrivente, dal Presidente della Provincia al Magnifico Rettore, passando per tutte le associazioni di categoria.

Certo di un positivo riscontro, l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.

Il Sindaco

                                                         Gianguido D’Alberto