Pepe lancia l’allarme sulla mancata richiesta di proroga triennale dell’accordo di programma Val Vibrata-Valle del Tronto Piceno”: “rischiamo di perdere 10 milioni di euro di aiuti nazionali”
“La Regione Abruzzo rischia di perdere quasi 10 milioni di euro da destinare alle imprese ed ai lavoratori del territorio dall’Area di Crisi Complessa della “Piceno-Vibrata”! Infatti, malgrado i numerosi solleciti ricevuti da più parti, non ultimo quello inviato direttamente da Confindustria Teramo, e nonostante la mia sollecitazione dello scorso mese di dicembre, la Regione Abruzzo, a differenza della Regione Marche, non ha ancora deliberato relativamente alla richiesta di proroga triennale dell’accordo di programma Val Vibrata-Valle del Tronto Piceno” dichiara il Vice Capogruppo Regionale del Pd, Dino Pepe.
“Il nostro territorio non può, soprattutto in questo oggettivo momento difficoltà sociale ed economica, permettersi di perdere 10 milioni di euro di aiuti nazionali: sarebbe uno schiaffo in faccia ai tanti lavoratori alle prese con le diverse crisi aziendali che interessano la vallata” sottolinea Pepe. “Il Ministero ha già sollecitato Marsilio con una nota del 17 luglio e la Giunta regionale delle Marche ha già deliberato in tal senso il 27 luglio 2020, noi invece siamo fermi al palo, con la maggioranza di centrodestra presa tra lotte intestine, litigi interni, cambi di casacche e veti incrociati che nulla interessano agli abruzzesi ed ai vibratiani e che invece tengono in scacco una intera regione ed il futuro di tanti lavoratori”.
“Mi unisco all’appello di Confindustria Teramo ed esorto, in particolar modo, i consiglieri teramani e vibratiani di maggioranza affinché sollecitano il Governatore Marsilio e l’intera Giunta affinché deliberi relativamente alla richiesta di proroga triennale dell’accordo di programma “Val Vibrata-Valle del Tronto Piceno” conclude Dino Pepe. “Questo consentirebbe di dare una boccata d’ossigeno alle aziende in crisi e di attrarre nuovi investimenti sul territorio, sostenendo al contempo il reimpiego dei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro a causa della crisi in atto”.