Constatiamo che neanche davanti all’evidenza delle loro stesse frasi intercettate si arresta la macchina della propaganda mistificatoria di Strada dei Parchi che continua a raccontare una storia inconsistente sulla minaccia di chiudere il traforo del Gran Sasso nell’aprile-maggio 2019.
Guarda caso giunta in coincidenza con la scadenza del 30 aprile 2019 fissata dal D.lgs 264/06 che imponeva ai gestori di adeguare le gallerie alle norme comunitarie, cosa non fatta al Gran Sasso (tuttora per questo si viaggia con le limitazioni che conosciamo).
Sulla minaccia della chiusura del traforo del Gran Sasso avevamo spiegato già a maggio 2019 in un comunicato perché le motivazioni addotte dalla società erano a nostro avviso delle fanfaluche. A beneficio di tutti lo riproponiamo qui sotto. Tutti però allora erano presi a seguire il privato nei suoi annunci che oggi, sulla base delle intercettazioni, assumono, a conferma delle nostre affermazioni di allora, ben altro significato.
Le accuse sulla possibile contaminazione dell’acqua da parte della procura di Teramo erano ESCLUSIVAMENTE connesse alla mancata attuazione di misure di cautela che, se prese, permettono di lavorare tranquillamente.
A riprova due fatti:
1) la Procura di Teramo allora non dispose alcun sequestro preventivo rispetto ai tunnel. Se ci fosse stato il pericolo di reiterazione di reati non avrebbe dovuto per caso procedere in tal senso?
2) non a caso lo scorso autunno si sono svolti i lavori di pulizia delle calotte dei tunnel a testimonianza che se le cose vengono fatte con tutte le precauzioni si può lavorare tranquillamente e i tunnel rimangono aperti.
Incredibilmente la riunione plenaria al MIT dei giorni successivi volta a scongiurare la chiusura non fu verbalizzata. C’è da chiedersi perché non vollero lasciare tracce di tale importante consesso. Cosa fu detto e da chi?
Strada dei Parchi continua poi a lamentarsi sul PEF ma dovrebbe spiegare perché per anni perse tempo proponendo le famigerate varianti miliardarie poi bocciate dal MIT nel 2016 su nostra segnalazione. Anzi ora dovrebbe spiegare come mai ha continuato nella progettazione senza averne titolo.
Crediamo che il disco rotto del concessionario ormai stia stonando a sufficienza – Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua