GIULIANOVA – Sanità pubblica, universale e territoriale. Non è un semplice slogan, ma il vero e proprio manifesto elettorale di Valentina Piccione (Azione), candidata alle prossime elezioni regionali.
In tanti, stamane, hanno gremito i locali di via Tahon de Revel, a Giulianova, per l’inaugurazione della sua sede elettorale, che non sarà solo un luogo operativo ma il posto dove incontrare e confrontarsi con i cittadini ed ascoltare le loro istanze.
Entusiasmo e partecipazione a sostegno della consigliera comunale di Giulianova, in corsa per un posto all’Emiciclo.
Al taglio del nastro della sede elettorale, oltre a tanti cittadini, erano presenti il candidato governatore Luciano D’Amico e lo stato maggiore di Azione: dal Parlamentare Giulio Sottanelli al coordinatore provinciale Alessio D’Egidio e Libera D’Amelio, consigliera comunale a Tortoreto.
Molto diretta e chiara Valentina Piccione che ha toccato alcuni temi, di stringente attualità e che si legano anche al concetto della territorialità.
“Un rappresentante che si candida in Regione – ha detto – deve vivere, respirare e amare il territorio. Invece vogliono imporci personaggi che il territorio non lo amano. E poi si fa fatica a capire del perché invece di dare forza a chi rappresenta Giulianova si preferiscano altre scelte, che sono sotto gli occhi di tutti“.
E il ragionamento, inevitabilmente, tocca la questione dell’ospedale di Giulianova e della sanità. “I rappresentanti eletti in Regione hanno fatto in modo di penalizzare l’ospedale di Giulianova, che è rimasto presidio di base con tutte le difficoltà del momento e con il carico di lavoro nel periodo estivo. E la stessa cosa non è accaduta invece per altri ospedali in Abruzzo. E poi la questione della Rsa di Bivio Bellocchio, che potrebbe diventare un’eccellenza per la nostra città mentre, al momento, sono fatte scelte diverse“.
Giovani, investimenti sulle infrastrutture e diritto alla salute: nel suo intervento Valentina Piccione ha puntato molto su questi elementi ricordando un dato, drammatico. “Il 7,6% degli abruzzesi rinuncia a curarsi perché non possono accedere alle cure. Tutto questo è inaccettabile, oltreché anti-costituzionale“.