TERAMO – Rimane difficile comprendere la politica di oggi e lo è ancora di più se prevarica i confini del politichese: la cosa è sempre più frequente. Riguardo all’elezione del prossimo presidente della Provincia, resta una mini incertezza che è legata all’esito dell’urna dato dai voti ponderati della maggioranza di governo della città capoluogo di provincia.
Che il PD abbia intenzione di votare Domenico Piccioni è un fatto e se il capoluogo dovesse seguire un Partito che è amico non fraterno di Gianguido D’Alberto, i giochi sarebbero fatti.
Ma sarà così? Non ci giureremmo, perché dietro a questa elezione c’è anche un pezzettino di storia futura del primo cittadino, il quale potrebbe fare suo un ragionamento politico che non saprebbe di politichese e che avrebbe un senso diverso, per taluni concreto: in maniera compatta, quindi, si voterebbe o per Camillo D’Angelo o per Massimo Vagnoni.
Si ribalterebbe il “cartello delle intese trasversali” che ci dicono essere “intese di secondo livello” e si dimostrerebbe con i fatti che Teramo ha una maggioranza forte, coesa e decisiva.
A pochi mesi dalle amministrative.