Il 27 gennaio si celebra la Giornata della memoria per non dimenticare la Storia di uno sterminio, quello del popolo ebraico. Quello che fu la Shoah, la “tempesta devastante” letteralmente, lo sterminio degli ebrei e in senso più ampio Olacusto, che ci conduce ancora più in profondità. Perchè oltre a sei milioni di ebrei, furono sterminati cittadini di etnia rom, omossessuali, diversamente abili, i cosiddetti “diversi”.

Si è scelta questa data perché il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata rossa buttarono giù i cancelli di ingresso del Campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birckenau, in Polonia, e trovarano il peggiore degli incubi. La realtà che superava le fantasie più inenarrabili, frutto di teorie basate su una presunta superiorità e soprattutto sull’odio verso altre etnie.

Ma da dove nasceva l’odio verso gli Ebrei? Herman Hesse scriveva: L’uomo primitivo odia ciò di cui ha paura, e in alcuni strati della sua anima anche l’uomo colto è primitivo. Anche l’odio dei popoli e delle razze contro altri popoli e razze non si basa sulla superiorità e sulla forza, ma sull’insicurezza e sulla paura. L’odio contro gli ebrei è un complesso di inferiorità mascherato: rispetto al popolo molto vecchio e saggio degli ebrei certi strati meno saggi di un’altra razza sentono un’invidia che nasce dalla concorrenza e un’inferiorità umiliante. Più fortemente e più violentemente questa brutta sensazione si manifesta nella veste della superiorità, più è certo che dietro si nascondono paura e debolezza.” (1958)

Per ricordare l’orrore della Shoah e soprattutto conservare la memoria storica basterebbe soffermarsi un attimo, e leggere le migliaia e migliaia di testimonianze dell’epoca di intellettuali e non. Basterebbe chiudere gli occhi e guardare fuori dalla soffitta, la soffitta che è dentro oguno di noi, piena di cupe ragnatele, e tornare a respirare contemporaneamente ragione e sentimento. Essere tutti ebrei, sfidando l’odio irrazionale e insensato del mondo.

Aprile

Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice.

Anna Frank