TERAMO – Due dei ragazzi che fino a qualche giorno fa si riparavano sotto il porticato del Comi, si appoggeranno per un po’ alla Casa del Popolo. Non è una soluzione definitiva, ma una piccola pezza per aiutare chi ha bisogno.

Questa è la Casa del Popolo: un luogo aperto. Aperto principalmente a teramani e teramane che vogliono dare a chi ha di meno e lottare per il benessere di tutti e tutte; ma aperto anche a chi ha necessità contingenti causate da una società capitalista che opprime chi non nasce bianco/a o ricco/a. Quanto appena detto era già accaduto lo scorso anno, in autunno, negli stessi termini, e riproporre una seconda volta per lo stesso problema la stessa soluzione, fra l’altro temporanea, sta a significare che non si è imparata la lezione la prima volta.

I e le rappresentanti della cosa pubblica che noi vorremmo investirebbero le risorse accumulate grazie al lavoro della comunità da loro rappresentata per migliorare le condizioni degli esseri umani che vivono la cosa pubblica di cui sopra, non il contrario.

Additare il diverso come pericoloso e come indecoroso solo per generare paura in città e per aumentare il proprio potere, elettorale o securitario che sia, non è un modo di agire eticamente pulito, o tantomeno “teramano”, o almeno per quello che questa parola significa per noi. .

Possiamo solo sperare che i rappresentanti della cosa pubblica teramana inizino a seguire altri punti di riferimento e altre ideologie politiche.

Siamo tutti e tutte parte della stessa famiglia umana: perché competere quando si può collaborare?

La Casa del Popolo