TERAMO – “Mi dispiace dover dissentire dal parere di uno stimato collega, profondo conoscitore della sanità teramana. Ma sul tema localizzazione del nuovo ospedale di Teramo mi sembra che si lasci trasportare dai sentimenti e non dai dati oggettivi. – Un ospedale è di II livello, non per il luogo dove viene costruito o per l’ architettura con la quale viene realizzato, ma per il ‘numero’ complessivo delle specializzazioni presenti, come previsto dalle norme”. Così Siriano Cordoni, medico ed esponente della formazione di cultura politica AreaBlu, in replica a Ercole Core, presidente della cooperativa Medici di Medicina generale di Teramo, che ieri ha divulgato una lettera aperta al comitato ristretto dei sindaci per spiegare la sua opposizione al sito di Villa Mosca per la realizzazione del nuovo ospedale provinciale.
Prosegue Cordoni: “Nessuno nega che l’ospedale ha già e dovrà continuare ad avere anche in futuro un ruolo provinciale e questo ruolo non viene acquisito o perso spostando il nosocomio di quattro km verso Mosciano. Inoltre bisogna tenere presente che , quando si decide di spostare una qualsiasi struttura, qualsiasi essa sia, qualcuno ne guadagnerà mentre altri ne avranno una penalizzazione. Basti pensare ai 30.000 abitanti del centro storico di Teramo che dall’oggi al domani si troverebbero a dover richiedere un incremento dei trasporti urbani con relativo aumento dei kilometraggi da percorrere (aggravi economici e maggior impatti ambientali, in una fase in cui dovremmo essere particolarmente sensibili al clima) dal momento che non vi sono attualmente collegamenti con il nuovo sito dove dovrebbe essere costruito il nuovo Ospedale. Non meno importante è anche non abbandonare strutture che hanno svolto e possono continuare a svolgere il loro ruolo senza rischiare di farle diventare cattedrali nel deserto per poi, fra qualche anno, star lì a versare lacrime su scelte che hanno depauperato la città (non bisogna mai dimenticare il passato per non ripetere le stesse strade. Leggi: università a Colleparco, ex manicomio, ecc.)”.
“Ad ultimo, poiché non siamo così sprovveduti come forse qualcuno pensa – aggiunge Cordoni – alcune domande cruciali: 1) l’attuale ospedale quanti posti ha e quanti ne avrebbe il nuovo ospedale a Piano d’Accio Fiumicino? 450 l’attuale ospedale, 450 il nuovo ospedale a Piano d’Accio; 2) a Villa Mosca c’è lo spazio per realizzare un nuovo ospedale di emergenza accettazione integrato con le attuali strutture che diventerebbero solo di degenza? Si, lo abbiamo fatto rilevare migliaia di volte e nessuno mai lo ha potuto contestare; 3) c’è la possibilità di migliorare la viabilità integrandola con il lotto zero e quindi con il territorio provinciale? Sì ed è estremamente facile”.
“In ultimo un tema non di minore importanza, l’impatto ambientale. E su questo faccio un riferimento storico politico. È presente, so quel che dico, negli uffici comunali uno studio che risale all’ultimo anno della gestione Brucchi e prima che la successiva amministrazione, in conseguenza della forte pressione popolare, inserisse tra i siti anche Villa Mosca, bene, quello studio ‘interno’ all’Amministrazione e quindi non conseguenza di pressioni ‘esterne’ escludeva come idoneo il sito di Piano d’Accio Fiumicino. Sarebbe sufficiente leggerlo perché la conoscenza è l’unico modo per non commettere errori. Grazie per l’accoglienza. Spero soltanto che si finisca con questa tiritera e si vada spediti verso un pronunciamento definitivo del Consiglio Comunale. Me lo auguro, per non doverne parlare più. Un’ultima notazione per sdrammatizzare, la storia è piena di ‘don Titubo’ che hanno lasciato pochi ricordi nell’immaginario collettivo”, conclude Siriano Cordoni.