TERAMO – Il post 18 luglio, data nella quale il Teramo Calcio ha discusso la controversia avanti al Collegio di Garanzia del Coni, ha prodotto motivazioni che constano di 14 pagine. Le condensiamo nei contenuti essenziali, partendo da un assunto: nessuna delle ragioni del ricorso è fondata.
- Non lo è la pretesa di essere assolti dal rispetto dell’indicatore (indice di liquidità – ndr -);
- non lo è perchè “…la difesa della S.S. Teramo Calcio s.r.l., per giunta e quasi per paradosso, attribuisce proprio al c.d. amministratore giudiziario la attestazione della possibile iscrizione al campionato, giungendo a farne un surrogato delle certificazioni del revisore richieste invece dal Sistema delle Licenze. Tale linea difensiva, per un verso, contribuisce a smentire l’altrimenti presunta assolutezza dell’impedimento derivante dalla misura giudiziaria in relazione alla compliance (è la conformità delle attività aziendali alle disposizioni normative, ai regolamenti, alle procedure ed ai codici di condotta – ndr -) col citato Sistema delle Licenze…“;
- non lo è perchè “la concessione del beneficio (rateizzazione Iva – ndr-) di per sé non può servire ad attestare la anteriore regolarità della posizione al tempo della domanda…“
Il Collegio, infine, ritiene di non dovere esaminare, nemmeno in subordine, la pretesa della S.S. Teramo Calcio s.r.l. di «accertamento del diritto di concorrere in serie D anche in sovrannumero»… per la mancanza assoluta di allegazione di ogni vanto di parte, che possa esser stato respinto, o contestazione che al riguardo sia stata mossa da controparte o sia altrimenti insorta e, più in generale, di ogni idoneo procedimento suscettibile di determinare risultanze tali da generare un interesse appropriato all’accertamento così inammissibilmente promosso.
C’è un elemento che, per quanto esposto, stona: l’aver esonerato la parte soccombente dall’obbligazione di pagamento delle spese di assistenza difensiva della controparte vittoriosa.
Nonostante tutto ciò, comunque, il Teramo Calcio richiederà la sospensiva del provvedimento al Tar del Lazio: è bene sapere che non è mai stata concessa fino ad oggi. Non resta che ipotizzare il domani senza una sola certezza:
- la proprietà deve ancora passare di mano (ci sarà detto quando?);
- la Lega Pro deve ancora essere persa;
- l’ipotetica serie D deve ancora essere chiesta (da Spinelli si presume, dopo l’acquisizione della proprietà – ndr -), quindi ottenuta;
- la FIGC (interessata dal Sindaco) deve ancora dare il via all’emanazione di un bando per individuare eventuali manifestazioni d’interesse terze, nel tentativo di consolarsi con la quarta serie nazionale…
Insomma, bella non è. Per niente!