Qualche buon consiglio arriverà da Fabrizio Acronzio, il professionista, o uno dei professionisti di fiducia, del futuro Presidente del Teramo Calcio, Franco Iachini. Il valente avvocato teramano, magari “arrugginito” dalle evoluzioni burocratiche del calcio professionistico, conosce però la materia, da ex arbitro e per le esperienze maturate con incarichi di primo livello nell’Ancona, assieme al compianto Lido Rastelli, che risalgono ad oltre 20 anni or sono. Di fatto, Iachini accomunerebbe le sue qualità di imprenditore di successo, all’esperienza in materia dell’amico e del professionista Acronzio, che conosciamo e che non ci stupirebbe se ripartisse proprio dalla conferma di Emilio Capaldi, Direttore Generale, il quale era stato già bocciato nel recentissimo passato. Discorso diverso, ma sono poco più che previsioni, per tutti gli altri: dal D.S. Sandro Federico (si sente dire, ad esempio, che sarà sostituito da altra figura, con maggiore esperienza e con qualche campionato vinto alle spalle), al mister Agenore Maurizi, contratto in suo possesso o meno (non entusiasmerebbe particolarmente i nuovi vertici). Altri ruoli non preminenti? Sono tutti in discussione (non Carlo D’Ugo, ovviamente), ma è giusto che sia così: la futura proprietà dovrà incidere pesantemente comunque, ed aprirsi a scelte diverse ed importanti, considerando che l’operazione non è tra quelle che si portano a termine frequentemente! Nessuno dimentica che dall’estate del 1997 ad oggi (22 anni, sono passati), Franco Iachini sarà il terzo Presidente della storia calcistica della nostra città, che ha appreso con entusiasmo (da qui le prime gratificazioni per il 55enne imprenditore) la decisione assunta da Luciano Campitelli. A proposito: Teramo, anche solo “moralmente”, gli sta restituendo quel che rimarrà suo per sempre, ad iniziare da una storia nata dallo zero assoluto (estate 2008) alla Serie C odierna, un patrimonio da dover salvaguardare. Certo, non lo avrebbe mai voluto fare se le condizioni generali non lo avessero imposto, ma l’aver maturato tale decisione è stata cosa apprezzata, anche da chi non aspettava altro che andasse via. Adesso si volterà pagina con un pizzico di orgoglio tutto fatto in casa, ricordando che altrove, in Abruzzo ma anche in tante altre Regioni italiane, non è stato possibile.