E’ il momento di costruire il futuro della Riserva Borsacchio
Mi rivolgo a Lei in qualità non solo di Presidente dell’Associazione Guide del Borsacchio, ma anche come cittadino profondamente preoccupato per la situazione della Riserva Borsacchio, la cui questione ha suscitato un grande clamore in Abruzzo e in Italia.
Come è noto, oltre 30.000 firme cartacee sono state raccolte e circa 300 associazioni da ogni parte d’Italia hanno aderito all’appello per la salvaguardia della Riserva. Università, ricercatori, comitati di giuristi, dirigenti ministeriali hanno espresso chiaramente vizi nella scelta dello scorso 29 12 2024 di tagliare , anzi cancellare di fatto la Riserva Borsacchio. Ci sono stati mobilitazioni, manifestazioni, sedute pubbliche in consiglio Comunale , Provinciale , in Regione , Interrogazioni Parlamentari e Interrogazioni al Parlamento Europeo.
La questione tiene banco sui media nazionali ed Europei da tempo. È evidente che la questione sia di grande rilevanza per la comunità, e che sia necessario affrontarla con serietà e responsabilità.
Abbiamo appreso dalla stampa della lettera inviata al Consiglio dei Ministri che annunciava una sospensione del taglio della riserva e un ripristino delle norme transitorie, oltre a un pronto intervento nei prossimi consigli regionali per risolvere la questione. Questo è un primo passo positivo verso una soluzione, ma ora è fondamentale tornare ad affrontare il problema in maniera consapevole e scientifica.
Durante i mesi trascorsi, è stato chiarito che la dimensione della riserva non è il punto critico, ma piuttosto la sua gestione, attuazione e pianificazione. Se non gestita, progettata e pianificata anche un solo ettaro è troppo, mentre se al contrario viene ben gestita, pianificata e programmata 1000 ettari sono pochi perché diventerebbe una risorsa per l’ambiente e per la comunità. È essenziale lavorare per una sostenibilità e armonia della riserva, che tuteli sia l’ambiente naturale che le attività umane che vi operano.
Questo è mancato, siamo tutti d’accordo, in questi quasi vent’anni.
Le guide del Borsacchio hanno svolto un ruolo fondamentale nell’illustrare l’importanza della riserva e nel promuovere attività di tutela, ricerca e promozione. È evidente che una riserva ben gestita può rappresentare un’opportunità di convivenza in armonia e sostenibile per tutta la comunità. Nasciamo ed operiamo centinaia di iniziative proprio per far amare il luogo, tutelare le specie e spingere gli enti ad attivarlo.
È ormai da quasi vent’anni che ci si aspetta una vera riserva, gestita e pianificata con adeguati finanziamenti e opportunità ambientali e sociali. È necessario agire con determinazione per sbloccare la situazione attuale, che sta causando danni sia a chi difende l’ambiente, sia a chi cerca forme sostenibili di agricoltura e turismo.
È compito delle istituzioni lavorare per il bene comune, evitando di favorire interessi privati singoli o di pochi che vadano a ledere interessi generali. La nostra civile convivenza si basa su regole, metodi e mediazioni, e siamo certi che Lei e le altre autorità sapranno affrontare questa situazione.
Chiediamo con fermezza un impegno da parte Vostra per evitare ulteriori anni di stallo che danneggerebbero sia l’ambiente che le attività economiche presenti sul territorio. Molti attori hanno avanzato diverse soluzioni, ma vogliamo solo ricordare un semplice principio di buon senso: adottare la soluzione più efficace e rapida ed essere tutti disposti a valutarla per vedere se è adeguata e modificare eventuali inefficienze.
Dopo quasi vent’anni, il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) è pronto e le osservazioni sono state chiuse, con molte mediazioni accolte sia in termini ambientali che edificatori. Tuttavia, non sono state soddisfatte pienamente le richieste né di chi tiene alla parte ambientale, né di chi ha interessi edificatori. Sono state attuate delle mediazioni sia dai tecnici del Comune di Roseto che dai tecnici e Dirigenti della Regione Abruzzo per garantire un interesse generale e non singoli interessi o di una parte.
I perimetri della Riserva sono stati ri-elaborati nel 2012 con iter e passaggi corretti, ascoltando portatori d’interesse e confrontandosi. Ricordiamo che ci siamo battuti strenuamente per impedire i nuovi perimetri del 2012 ed abbiamo manifestato contro un PAN per noi troppo “edilizio”, lottando, portando osservazioni e accettando il confronto e le regole civili del dialogo. Abbiamo lottato , gioito dei successi ed accettato anche le sconfitte di alcuni rifiuti. Abbiamo accettato di non aver riconosciuto nel PAN alcuni punti per noi importanti ma se dovevamo scegliere fra altri 20 anni di nulla o partire con quel che si è mediato da persone ragionevoli e rivolte al comune interesse abbiamo accettato i pro e i contro e non abbiamo, come potevamo , esacerbato la discussione o aperto ulteriori fronti di scontro che non avrebbero giovato a nessuno e bloccato tutto ancora per anni.
Ora però esiste una sola risposta di buon senso: adottare il PAN completato dal Comune e dalla Regione sui perimetri del 2012. Qualsiasi modifica comporterebbe far ripartire tutto l’iter da capo, con una nuova fase scientifica per trovare nuovi perimetri, una nuova fase di elaborazione, consultazione, progettazione, passaggi in Consiglio Comunale, osservazioni, valutazioni, consigli regionali, ecc. Anche se è un tema prioritario serviranno molti anni per attivare una riserva su un nuovo perimetro.
Anni in cui le famigerate norme transitorie, il cui perdurare in maniera inconcepibile sotto ogni aspetto per vent’anni ha causato le tensioni sia con il fronte ambientale che sul fronte dei residenti, rimarranno in piedi per anni. Perderanno tutti in un clima di scontro, dove ogni parte ricorrerà contro l’altra. Perderemo quindi sul piano naturale, economico e sociale. Adottare il PAN preparato dagli enti sui confini del 2012 non è una scelta irrevocabile. Serve a iniziare un percorso di lavoro, confronto e valutazione. Un PAN può essere modificato e si possono anche adoperare scelte ulteriori, ma bisogna iniziare, altrimenti il vero problema rimarrà, ovvero il permanere delle sole norme transitorie, l’inattività ambientale e la mancanza di opportunità sociale ed economica sostenibile.
Siamo pronti a collaborare e a sederci a tavolino, ma è urgente agire per attivare la riserva con i suoi confini originali e adottare il piano che è stato elaborato dopo anni di lavoro e consultazioni.
Ci appelliamo a Lei affinché si trovi una soluzione rapida ed efficace, che garantisca la tutela dell’ambiente e il sostegno alle attività economiche sostenibili all’interno della Riserva Borsacchio.
Confidiamo nella Sua sensibilità e nella Sua determinazione nel trovare una risposta positiva a questa importante questione.
Concludo concedendomi la confidenza del semplice cittadino, consapevole di non essere nessuno e non arrogandomi nessun diritto di risposta, torno a esprimere la profonda preoccupazione che pervade il versante ambientale. In maniera schietta e diretta, desidero informarvi che noi volontari stiamo perdendo la sfida di tutelare le specie protette. Al di là delle calunnie e infamie diffuse sui social, siamo volontari veri, senza contributi o convenzioni. Ogni iniziativa che intraprendiamo è autofinanziata e nessuno di noi percepisce alcun tipo di rimborso, ovviamente.
Siamo volontari veri che, purtroppo, stanno perdendo senza mezzi, risorse, una progettazione o un piano attivo che preveda interventi strutturali valutati scientificamente ed una progettazione di ri naturalizzazione che dovrebbe essere tema cardine del PAN. Per non dilungarmi ulteriormente in una lettera già estesa, ricordo che sono decine le specie censite scientificamente presenti fra mare e collina. Vi informo che la situazione del “Fratino”, che useremo a simbolo di tutte le altre per via della sua notorietà, è drammatica in Riserva Borsacchio.
Come ben sapete, gli animali selvatici non sono in grado di leggere. Una specie protetta non sceglie un luogo perché consulta il Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo (BURA) e verifica che la zona sia una Riserva . Scelgono luoghi adatti alla loro sopravvivenza. Dopo anni di volontariato, progetti autofinanziati, aver aderito al SALVAFRATINO condotto dalla AMP Torre Cerrano per il territorio di Roseto, e migliaia di ore di impegno volontario, la spiaggia della Riserva Borsacchio era fra le principali, a volte la principale, sede di riproduzione del Fratino in Abruzzo.
Con l’apertura della ciclabile, che ha aumentato incredibilmente la presenza umana, l’assenza di una vera riserva, comportamenti scorretti e, negli ultimi due anni, veri e propri episodi criminali che hanno portato individui a distruggere intenzionalmente i nidi, e negli ultimi mesi sono state distrutte tutte le aree di riproduzione, i cartelli, eccetera. Dopo due anni di tali episodi, purtroppo, ad oggi vi comunico che per la prima volta in dieci anni non sono presenti coppie o nidi in riserva.
Dopo due anni di episodi criminali, i Fratini, che ovviamente non consultano il BURA, vedendo esseri umani che distruggono intenzionalmente o involontariamente i nidi, trovano più aree occupate da migliaia di utenti senza regolamenti, cartelli che ricordano le norme (distrutti ogni settimana i cartelli informativi che ricordo vengono da autofinanziamento di noi volontari e donazioni, non da risorse pubbliche).
Tra comportamenti criminali e dannosi causati dall’assenza di informazioni, ad oggi la riserva non vede più Fratini. Questo non è solo una sconfitta per noi volontari, che cerchiamo senza strumenti e contributi, sacrificando ogni momento di tempo libero, ma per tutta la comunità. Se perdiamo specie protette, se perdiamo ancora aree per convivere con la natura, saremo tutti più poveri.
Quando ero bambino, avevo il piacere di vedere molte specie sulle nostre spiagge. Ormai, sono solo ricordi d’infanzia. Io e tutta la comunità legata al territorio speriamo di poter un giorno far vedere ai nostri figli o nipoti qualcosa di naturale che una volta era normale, ma oggi è raro. Come un Fratino che oggi in Riserva Borsacchio , non si vede più.
Marco Borgatti Presidente Guide del Borsacchio