TERAMO – Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito alla pubblicazione di questa pillola politica teramana ed anche chi ha preferito non farlo, anche se incomprensibilmente. Si parla, in fondo, della campagna elettorale che riguarda il capoluogo di provincia ed in nove, liberissimamente, hanno detto la loro: la vedono così (tre per ciascuno degli schieramenti).

Alberto Covelli (pro Antonetti) – In una campagna per l’elezione del Sindaco si giudica l’amministrazione uscente e si valuta se l’alternativa sia una speranza forte e credibile di un cambiamento vero. Noi stiamo cercando di dimostrare che Carlo Antonetti rappresenti davvero questa speranza, ed i segnali che vedo sono estremamente positivi. D’altra parte confidiamo in una larga partecipazione al voto, sia per un motivo di democrazia, sia perché in tal modo il diffuso giudizio negativo sull’amministrazione uscente potrà utilmente essere scolpito nelle urne.

Camillo D’Alessandro (pro Marroni) – Mi pare che a Teramo ci sia una sola grande novità che coincida con un’occasione: Maria Cristina Marroni. Da un lato due blocchi di potere, dall’altro il coraggio di una donna. Fare saltare lo schema significa che Teramo non prende più ordini da nessuno. La sensazione è che Antonetti non ha nulla da dire e che D’Alberto molto da dover giustificare. Zero programmi, zero emozioni. Temo una scarsa affluenza dovuta alla finzione dei due poli maggiori. Ma questa volta c’è una donna che può essere la sorpresa per tutti.

Manola Di Pasquale (pro D’Alberto) – La destra con il candidato Carlo Antonetti parla molto, scrive molto ma solo per fare annunci o beceri attacchi al non fatto o fatto male nei cinque anni passati. Non abbiamo capito, ma non lo capiremo, se hanno un progetto per la citta di Teramo; tanto fumo e pochissima carne! Il centro sinistra con Gianguido D’Alberto ha tanto da dire: un elenco di cose fatte, tanti progetti in cantiere, un concreto e serio progetto di crescita e di sviluppo della città: è una campagna elettorale con pochi merletti, con carta colorata e tanti contenuti. Il terzo “mezzo polo“ di Maria Cristina Marroni è del tutto effimero; una campagna sicuramente elegante il cui progetto è però privo di gambe per camminare.

Dodo Di Sabatino Martina (pro Marroni) – E’ una campagna elettorale anomala, perché non sembra di vivere questa fase. Il clima è tra la mesta rassegnazione da un lato e l’inerme assistenza al declino di una città dall’altro, consci delle difficoltà che impediscono d’avere il coraggio di rialzare la testa e di mettersi davvero in gioco. Non è casuale che siano soltanto tre i candidati sindaci contro i sette dell’ultima tornata elettorale: è sinonimo di un inesorabile declino. Se non ci fosse stato l’orgoglio ed il coraggio di sostenere la candidatura di Maria Cristina Marroni, avremmo assistito ad una semplificazione assolutamente innaturale del quadro politico, tra due blocchi che sostanzialmente si equivalgono per forze e per gestazione politica e che non hanno da offrire alcuna novità; siamo pertanto orgogliosi di essere in campo e siamo felici di poter offrire un’alternativa vera a chi non si riconosce negli altri.

Sandro Mariani (pro D’Alberto) – E’ una campagna elettorale dove lo schieramento di centrodestra guidato da Carlo Antonetti ancora non dice concretamente cosa voglia fare per la città e quali siano i progetti che intende mettere in campo, oltre a ripeterci all’infinito che l’attuale Amministrazione non ha fatto bene.

Luciano Monticelli (pro Marroni) – Maria Cristina Marroni sta portando avanti una campagna elettorale con un programma serio e fattibile. Negli anni di opposizione le molteplici mozioni portate in consiglio comunale costituiscono un pezzo importante del programma futuro. La sua è una campagna elettorale che parla ai cittadini, senza entrare nella logica di parlar male degli altri; sarà lei la vera sorpresa in queste elezioni per una città che ha diversi problemi che bisogna ascrivere a chi ha gestito l’amministrazione comunale. Sul candidato del centrodestra mi sembra che, l’avere un apparato partitico che fa riferimento al governo, non sia affatto sufficiente per governare una città importante come Teramo. Per questo credo fortemente in Maria Cristina Marroni, che ha insita in sè una voglia matta di rivoluzionare la Città.

Piergiorgio Possenti (pro D’Alberto) – Una campagna elettorale appena iniziata, ma che già mostra chiaramente le differenze tra le coalizioni in campo: politiche e programmatiche. La compagine a favore di D’Alberto si ripropone con una forza maggiore e più ampia rispetto al 2018, forte dei risultati raggiunti e di un’efficace programmazione in grado di migliorare ulteriormente la città, in maniera sostanziale.
Un centrodestra arrivato in maniera frammentaria e frammentata all’individuazione di un candidato sindaco, che al momento si limita a rincorrere o a criticare l’altrui operato senza alcuna concreta proposta. Seppur supportata da alcune idee, invece, non mi sembra credibile ed incisiva, fino ad ora, la proposta amministrativa messa in campo dal sedicente “terzo polo” teramano.
Per quanto riguarda il Partito Democratico, l’obiettivo è quello di essere nuovamente e concretamente presenti e centrali nel progetto di D’Alberto per migliorare ulteriormente la città ed i servizi, presentando una lista composta da una giusta miscela di esperienza e di forze nuove, donne e giovani, che sicuramente saranno una risorsa per Teramo e per i cittadini. Saranno declinati anche a Teramo i temi centrali del lavoro, della sanità, dell’ambiente, della scuola e dei diritti sociali.

Giulio Cesare Sottanelli (pro Antonetti) – E’ una campagna elettorale un po’ sottotono, in particolare per l’amministrazione uscente. Penso che negli ultimi 15 giorni si entrerà nel vivo. Il pronostico è molto difficile da fare.

Paolo Tancredi (pro Antonetti) – Mi sembra che la campagna elettorale sia iniziata in sordina. C’è, per adesso, correttezza e rispetto tra i candidati; questo è sicuramente un bene anche se non nascondo un po’ di nostalgia per qualche scontro più serrato. Spero che, nei prossimi giorni, i tre candidati abbiano modo di illustrare programmi e progetti per la città. Teramo non vive un buon momento e la scelta del 14 maggio è decisiva per il suo futuro. Naturalmente auspico che gli elettori si orientino per il cambiamento.