Migliorare la connessione tecnologica tra cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche è uno degli obiettivi principali del piano di ripresa e resilienza. Investire sulle infrastrutture digitali e sull’innovazione può incentivare la crescita socio-economica dell’Abruzzo. Interpretare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie permette una maggiore connessione tra le persone, a tutto vantaggio dell’innovazione e della crescita socio-economica, in Italia come in Abruzzo. Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) punta molto su questi aspetti, prevedendo investimenti sulle infrastrutture tecnologiche, ma anche sul miglioramento dei servizi pubblici. Il cambio di paradigma generato dalla pandemia ha reso lampante la necessità di adeguare e standardizzare le connessioni, anche in territori come quello abruzzese, dove – anche per le caratteristiche geografiche – non è scontato implementare le infrastrutture tecnologiche.
Al pari della transizione ecologica, quella digitale rappresenta un cardine fondamentale della strategia di rilancio dell’Unione europea dopo la pandemia. Per questo il piano italiano destina investimenti cospicui alla digitalizzazione. Secondo uno studio dell’Osservatorio Abruzzo di Openpolis, circa il 27% degli oltre 200 miliardi di euro del Pnrr, infatti, saranno spesi per questo ambito. La parte più consistente delle risorse, pari a 13,45 miliardi di euro, vede come soggetto titolare il ministero dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale (Mitd). Il piano del Mitd investe le risorse a disposizione lungo due assi di intervento: il primo (6,74 miliardi) riguarda il potenziamento e la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Il secondo, invece, le infrastrutture digitali e la connettività a banda ultralarga (6,71 miliardi). Quest’ultimo è composto da diversi piani di azione che hanno già portato alla pubblicazione di alcuni bandi necessari all’assegnazione delle risorse sui territori. Sebbene gli esiti di questi avvisi siano attesi entro il prossimo giugno, è già possibile in parte valutare l’assegnazione dei fondi sul territorio. Tuttavia, in molti casi le risorse sono state messe a bando in lotti che tengono insieme diverse regioni. Per questo attualmente non è possibile avere un dato puntuale sull’impatto che le risorse del Pnrr in ambito digitale avranno sulle singole comunità. Dalla pubblicazione dei bandi sappiamo comunque che l’Abruzzo è inserito in lotti che cubano, complessivamente, 703,3 milioni di euro.
Il primo piano d’azione (“Italia a 1 giga”) prevede uno stanziamento di circa 305 milioni di euro per un lotto che riguarda Abruzzo, Molise, Marche e Umbria. L’obiettivo è garantire una velocità di trasmissione di almeno 1 gigabit in circa 610mila abitazioni.
Altri due piani d’azione si chiamano “Scuola connessa” e “Sanità connessa” e riguardano l’aumento della velocità di connessione nelle strutture scolastiche e sanitarie. Per quanto riguarda le scuole il lotto che vede protagonista l’Abruzzo comprende anche la Basilicata, il Molise e la Puglia e prevede lo stanziamento di 23 milioni. Per ambulatori e ospedali invece si prevede l’impiego di 44 milioni dedicati alla regione.
Infine sono due i bandi pubblicati per il piano “Italia 5g”, che si pone l’obiettivo di incentivare la diffusione di reti mobili 5g in grado di assicurare un significativo salto di qualità della connettività radiomobile. Sono stati stanziati in totale 3,7 miliardi di euro, in due bandi che scadranno il prossimo 27 aprile. Per il primo avviso l’Abruzzo è stato inserito nel lotto con Molise, Basilicata, Campania e Puglia (per un totale di circa 176 milioni). Per il secondo bando, invece, le risorse disponibili ammontano a 154 milioni.
Il quadro regionale, all’interno del quale verranno investite queste risorse, è riferito alla trasformazione digitale in Abruzzo nell’ultimo decennio in base alla quale un primo elemento da valutare, nella prospettiva almeno decennale, è la quota di famiglie che dispongono di un accesso a internet da casa, cresciuta molto negli ultimi anni, in Abruzzo come nel resto del paese. Anche se in misura minore. Tra il 2010 e il 2020, infatti, la quota di famiglie abruzzesi che hanno internet a casa è passata dal 54% al 77%, con +22,9 punti percentuali in 10 anni. Un aumento, tuttavia, inferiore rispetto alla media nazionale (+26,6 punti). Soprattutto se confrontato con le 3 regioni che nello stesso periodo hanno registrato gli incrementi più significativi: Emilia-Romagna (+30,6 punti), Liguria (+30,5) e Campania (+29,5). Superiore alla media nazionale, invece, l’aumento delle reti casalinghe nell’emergenza Covid: tra 2018 e 2020 l’aumento di famiglie abruzzesi con internet a casa è stato di 4,5 punti percentuali, a fronte di una media italiana di 3,9 punti. [grafico interattivo]
Per le imprese, una spia della presenza digitale è data dall’insediamento sul web con un proprio sito internet. In Italia il 73,1% delle aziende con oltre 10 addetti nei settori industria e servizi dispone di un sito web. L’Abruzzo è leggermente sopra la media, con il 73,7%. [grafico]
Per la pubblica amministrazione, un indicatore della presenza sul web è la possibilità per il cittadino o l’impresa di ricevere una serie di servizi o portare avanti una pratica completamente online. Da questo punto di vista, la quota di comuni italiani che offrono servizi pienamente interattivi è pari al 48,3% nel 2018. I comuni abruzzesi in media restano distanti da questo riferimento: il 28,6% delle amministrazioni dispone di servizi pienamente interattivi. In questo indicatore la regione è terzultima in Italia [classifica e confronto con media nazionale]. In relazione alla connettività locale e all’implementazione della banda larga, una piccola parte può essere svolta anche dai comuni stessi. [mappa dei comuni]
Per valutare la dotazione digitale di un territorio, un indicatore cruciale è quello relativo alla quota di famiglie che risultano potenzialmente raggiunte dalla banda larga ultraveloce su rete fissa. In questo senso, l’Abruzzo si posiziona quasi 9 punti al di sotto della media nazionale. Allo stesso tempo, si tratta di un dato medio che non è in grado di restituire le profonde differenze interne alla regione. A partire da quelle tra le 4 province. Mentre nel pescarese la quota di famiglie raggiunte si avvicina al 50%, il livello scende al 29% nella provincia di Teramo, al 22% in quella di Chieti e al 12% in quella dell’Aquila. Divari che risultano ancora più evidenti a livello locale, se si confrontano i dati comune per comune. Il primo elemento che emerge dalla mappa è la maggiore copertura potenziale dei comuni della costa rispetto a quelli interni. Nei primi, la quota in diversi casi supera il 50%, a partire dal comune di Pescara (86% delle famiglie potenzialmente raggiunte a 100 Mbps). Nei secondi, con pochissime eccezioni, la copertura è molto più carente [mappa]. In media, in quasi 9 comuni abruzzesi su 10 la quota di famiglie raggiunte dalle connessioni più veloci non arriva al 5%. Una percentuale che è ben più elevata in provincia dell’Aquila (96,3% dei comuni) dove, anche a causa della conformazione orografica del territorio, le famiglie raggiunte si concentrano quasi solo in pochi centri principali. Come il capoluogo (29% dei nuclei raggiunti dalla rete fissa a 100 Mbps), Avezzano (32%) e Celano (47%).
Osservatorio Abruzzo è un progetto di Fondazione Openpolis, Etipublica, Fondazione Hubruzzo, Gran Sasso Science Institute e StartingUp.